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L'addio di Maldini mette Pioli al centro del Milan: come cambia il suo ruolo

 

Un terremoto, un fulmine a ciel sereno che per forza di cose andrà a condizionare il progetto societario del Milan, nel presente e nel futuro: l'addio di Paolo Maldini, in attesa di quello di Ricky Massara, rivoluziona il mondo rossonero e quella che sarà la gestione societaria, tecnica e del mercato.

"Le responsabilità di Maldini saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il Coach della prima squadra, riportando direttamente all'Amministratore Delegato": il comunicato diramato nel pomeriggio da parte del club rossonero testimonia, a parte la freddezza nel trattare l'uscita dal mondo Milan di una bandiera leggendaria come l'ex numero 3, quello che sarà il nuovo modus operandi voluto da Cardinale e Red Bird, in pieno stile a stelle e strisce.

Un rischio pazzesco, ma voluto. Gli eredi di Elliott hanno deciso di prendere di petto la situazione, diventando centrali nella gestione del Milan: la figura dell'amministratore delegato Giorgio Furlani sarà centrale nel gestire e controllare l'ormai famoso "gruppo di lavoro" che eredita le peculiarità che appartenevano all'ex direttore dell'area tecnica e che dovrà collaborare a stretto contatto con il Coach della prima squadra, definito appositamente in modo anglofono per esaltarne le nuove responsabilità, ovvero Stefano Pioli.

Opereranno in maniera contigua, con Furlani a monitorare: centrale sarò la figura del responsabile dell'area scouting, Geoffrey Moncada, ma ancor più dominante sarà la figura dell'allenatore rossonero, l'ultimo baluardo di continuità con il passato. Al centro del Milan: qualsiasi scelta, sul mercato e non, dovrà essere funzionale a Pioli e alle sue idee.

Per esempio sul mercato, a differenza di quanto avveniva in passato, nel quale l'allenatore indicava i ruoli e Maldini e Massara provvedevano a mettergli a disposizione i calciatori, ora avrà l'onore e l'onere di porre il proprio assenso o il veto sulle mosse da effettuare: in soldoni se non gradirà un giocatore, questo non verrà preso. Non sarà un manager all'inglese, nel senso che non porterà avanti le compravendite optando per la designazione degli interpreti da rilevare, ma ogni situazione gli verrà sottoposta, con il suo parere che sarà decisivo. Un salto di qualità che Pioli dovrà dimostrare di meritare, in un ambiente che, dopo il ribaltone delle ultime ore, sarà tutt'altro che facile attorno a lui.

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