ibrahimovic

 

Ecco cosa ci hai lasciato

 

Caro Zlatan Ibrahimovic… una lettera per l’addio di un fuoriclasse

 

Caro Zlatan Ibrahimovic, pare sia arrivato il giorno. Il momento dei saluti, un’altra volta. Il primo arrivederci, quello del 2012 fu amaro perché c’era la consapevolezza che il Milan non sarebbe stato più Milan per un po’. Quella separazione forzata già in nome dei bilanci, quando nessuno o quasi ne parlava. Quello di oggi invece sa di chiusura, di un cerchio e verosimilmente di una carriera straordinaria.

Hai lasciato la maglia rossonera controvoglia 11 anni fa. Alcune spese non erano più sostenibili per quella proprietà e il sacrificio di lasciar partire te e Thiago era stato dipinto come necessario. Tuttavia tra la vostra partenza verso Parigi e l’addio dei Senatori, il vuoto fu insostenibile, incolmabile.

Lì è scattata quella che poco dopo è stata definita sui social la “Banter Era“. Un decennio complicato, il più brutto per la storia recente del Club, per gestione, per prestazioni, per scelte tecniche, per giocatori non all’altezza e per molto altro ancora.

Il Milan non è stato il Milan. Non lo diciamo per la mancanza di titoli, che pur non ci sono stati, eccezion fatta per la Supercoppa Italiana nel 2016. E non vogliamo nemmeno scomodare la retorica che il Milan debba stare dove gli compete, perché nessuna società vince per il solo fatto di essere o esser stata nobile. Lo si afferma per la mancanza di personalità. Senza i Maldini, senza gli Ibrahimovic, senza persone carismatiche che amano questi colori, non siamo Il Milan, siamo una squadra che gioca coi colori sociali del Diavolo, ma senza poterlo rappresentare.

Il tuo ritorno, nel gennaio 2020, ha significato prender le distanze da un’era senza contenuti, senza mentalità, per tornare ad avere ambizione. Che non significa necessariamente vincere, ma vuol dire tornare a voler lottare per affermarsi e ritrovare attraverso comportamento, atteggiamento e risultati, il rispetto perso negli anni precedenti.

Ci ricordiamo lo scetticismo dei media con cui è stato accolto l’Ibra-Bis. Ce lo ricordiamo bene perché anche alcuni milanisti non credevano davvero di poter svoltare in così poco tempo. Qualcuno, nemmeno pochi, ha fatto perfino ironia sul tuo ritorno. Molti hanno pensato fossi solo un personaggio. Nossignori. Perché per quanto quest’ultima stagione post infortunio sia stata vissuta troppo poco, quel che hai trasmesso in questi ultimi tre anni e mezzo, vale molto. Molto più anche del ritorno in Champions League e dello scudetto dello scorso anno. Perché riaverti ha significato soprattutto ritrovare orgoglio e senso di appartenenza.

Poi ci sono i numeri, che non dicono tutto, ma aiutano a capire la grandezza. Nella prima esperienza hai giocato 85 volte con la nostra maglia, realizzando 56 gol. Nella seconda, un decennio dopo, con meno compagni campioni, con alle spalle un’operazione al crociato nel 2017 e l’ultima operazione al ginocchio di maggio 2022, le presenze sono state 78 con 37 reti.

Come predetto purtroppo, time has come. Hai chiuso il cerchio. Hai ridato lustro al club. Hai ridato un titolo come promesso e lasciato in eredità l’attitudine per restar in alto. Anche questa volta siamo piuttosto sicuri sarà un arrivederci, non più come calciatore ma magari come dirigente o ambasciatore. Perché le parole che negli anni hai speso per noi siamo sicuri non fossero vuote e noi per te, dopo tutto questo tempo assieme, ne abbiamo solo una: GRAZIE.

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