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Buon compleanno Capitano!

 

Tanti auguri Paolo Maldini, metà della storia dell’AC Milan

 

Paolo Maldini non è uno che parla troppo, ma quando lo fa non è mai banale. Schietto, senza peli sulla lingua, limpido nei suoi interventi, proprio come lo era sul rettangolo di gioco. In entrambi i casi va aggiunta una caratteristica che lo contraddistingue: l’eleganza. Perché serve essere eleganti quando si gioca, ma anche quando in un’intervista finisci per lasciare un messaggio potente. Ecco, forse la coppia di aggettivi più adatta per descriverlo è proprio questa: elegante e chiaro.

 

Far parte di quella famiglia lì, in fondo, è un privilegio, ma anche una responsabilità enorme. A prima vista, a primo ascolto chiunque ha un’aspettativa alta, altissima. Merito di Cesare, merito di Paolo e in futuro merito anche di Christian e Daniel. Una dinastia iconica, una longevità rara in una squadra di calcio a questi livelli. Accanto alla parola Milan ci si affianca anche il cognome Maldini. È forse l’unica eccezione al concetto espresso dalla frase “il club prima di tutto e tutti“. Mettersi al livello del club è un qualcosa di blasfemo, ma quel cognome può permettersi di stare lì vicino, visto che lo ha fatto per metà della storia gloriosa dell’AC Milan.

 

Per Paolo Maldini sono 25 gli anni di carriera rossonera, 26 i trofei conquistati sul campo (7 Campionati, 5 Supercoppe italiane, una Coppa Italia, 5 Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del Mondo per club) sui 54 del club rossonero (tolti quelli giovanili), più uno conquistato da dirigente (l’ultimo) che porta a 27 totali: se vi parliamo di metà della storia del Milan non è un caso.

 

Per i tifosi rossoneri lui è il garante di una squadra ad alto livello, con ambizioni e voglia di vincere. Da qui le preoccupazioni sul suo futuro, perché non è normale arrivare a 4 giorni dalla scadenza senza un nuovo contratto. O meglio, lo è nella nuova via intrapresa dal calcio che ha visto protagonista proprio il mondo rossonero e lui in prima persona nella ricerca di ovviare alla tendenza diffusasi tra i giocatori. Perché sì, sembra sparito quel concetto di amore viscerale e passione verso dei colori. La voglia di cambiare aria e provare nuove esperienze e il denaro hanno preso il sopravvento, com’è normale che sia nel mondo di oggi.

 

Ma anche da dirigente lui è l’eccezione e il rinnovo si farà, nonostante la scadenza vicina. Lo dice lui stesso: “Il Milan non è solo una squadra per me, è parte della mia vita“. E se il club potesse esprimersi direbbe lo stesso. Tanti auguri Paolo Maldini, 54 volte.

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