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Percorso complicato, ma...

 

Portogallo, Belgio, Francia e Spagna nel futuro. Mancio come Bearzot? Oggi niente polemiche

 

 

Quanto vale un campionato europeo con tanti gol? Per ora siamo arrivati a 94, una trentina in più rispetto al 2016: dunque? Spettacolo, spettacolo, spettacolo, penserà qualcuno. Dipende sempre dal punto di vista. È spettacolo vedere difese che si fanno bucare come un gruviera? È spettacolo assistere alla hit parade dell'autogol? Quest'anno anche i portieri hanno l'istinto del protagonista al contrario (di solito capita agli attaccanti) e l'autogol, in pallavolo style, rifilato da Dubravka alla Slovacchia, vale l'oscar dell'eterno ricordo. E che dire dei tanti rigori sbagliati da piedi di nobile fama? Merito dei portieri, si risponderà. Anche se stavolta Ronaldo ha sigillato sui rigori l'ennesimo record.

E qui veniamo all'Italia che piace, e ha messo il dubbio alle aspiranti regine d'Europa. Dicono le statistiche che solo Unai Simon, saracinesca della Spagna, ha parato meno di Donnarumma: una parata contro due. Occhio alla bontà delle difese: solo Italia e Inghilterra sventolano tre clean shit. Di contro l'Italia è subito dietro l'Olanda (8) per gol segnati (7) e dietro la stupefacente Danimarca per tiri totali: 61 contro 60. I numeri non danno certezze, ma dicono che gli azzurri se la cavano niente male. Però non dimentichiamo le storie del calcio nostro: quando prende l'euforia, poi arriva la mazzata. Meglio rimanere tra sussurri e mugugni, poi si va in volo.

Tutti penseranno al Mundial '82, alle similitudini tra l'Italia di Bearzot e quella di Mancini. Allora il ct guerreggiò con la stampa, i giocatori pure, le prime partite misero i brividi. Qui invece siamo in luna di miele. L'Italia partì da un pari contro la Polonia e suonarono strane le parole di Zibi Boniek. «Non sono riuscito a lottare contro i miei nuovi compagni della Juve. Vedevo Tardelli e mi bloccavo». Difficile pensare di trovare così affabili Lukaku o Cristiano Ronaldo, i due pistoleri che Italia nostra potrebbe incrociare negli eventuali quarti. Ecco, qui cominciano i problemi veri dell'Italia manciniana. Date un'occhiata al tabellone e lo scoprirete ripido quanto un Mont Ventoux ciclistico. Dalla parte nostra c'è rappresentato quasi tutto il meglio d'Europa: Francia campione del mondo, Portogallo campione d'Europa, Croazia finalista mondiale, la mai doma Spagna e il talentuoso Belgio dal miglior ranking Fifa. Dall'altra parte ecco il titanico scontro fra Germania e Inghilterra, e solo l'Olanda come terza incomoda. Chissà mai che il ben costruito tabellone non abbia voluto strizzare l'occhiolino agli inglesi, che ospiteranno semifinali e finali? Per l'Italia sarà una faticaccia: dopo un eventuale successo con l'Austria arriverà subito una tra Portogallo e Belgio. Eppoi la Francia? Ma anche per l'Italia di Bearzot il cammino della seconda parte del mondiale prometteva un passaggio fra i carboni ardenti di Argentina e Brasile. Nessuno avrebbe scommesso le famose mille lire. Invece i padroni del calcio si inchinarono. E sapete com'è finita.

 

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