calhanoglu

 

Sono giuste cifre?

 

Ma siamo sicuri che Calhanoglu valga 4 milioni all’anno e che serva a Milan?

 

Consumato il divorzio doloroso, ma inevitabile con Gigio Donnarumma, il Milan potrebbe perdere anche un altro giocatore che il procuratore ha portato in scadenza, per trattare meglio con altri club. Andando via a zero, sperava di ottenere un contratto superiore ai 4 milioni offerti dal Milan che migliorano nettamente i 2,5 milioni all’anno del precedente contratto.

Ma, esattamente come per Donnarumma, il giocatore turco non ha offerte se non un ricco contratto da fine carriera nel Qatar: a 27 anni, uscire dal calcio europeo (l’unico che conta al mondo) significa non rientrare più nel giro delle società che disputano la Champions. Come per Donnarumma, il procuratore sta cercando di una collocazione che al momento non si vede.

Del resto, viste le pretese dei due giocatori/procuratori: Donnarumma e Calhanoglu hanno solo due strade per prendere di più di quanto il Milan offriva loro. Per il portierone c’è solo il Psg. i francesi sono gli unici che possono garantire 12 milioni “netti” all’anno di ingaggio: l’ennesima follia di Nasser Al-Kalaifi, presidente del fondo sovrano del Qatar con l’ossessione della Champions. I parigini un portiere di livello già ce l’hanno, Keylor Navas, ma si è macchiato di un grave errore nella semifinale. Così ai 7 milioni all’anno di Navas, ora il Psg aggiunge 12 milioni per Donnarumma: il tutto alla faccia del financial fair play, ovviamente.

Per il centrocampista turco, 5 o 6 milioni all’anno sono un ingaggio che solo in Premier possono garantirgli. Per un semplice motivo: perché in altri campionati (che contano) dovrebbero prendere per quello stipendio un giocatore che non vede una partita di Champions – che non sia dal divano di casa – dal 2017? In Premier, con i soldi dei diritti tv si è creato un mercato di ingaggi e cartellini altrove impensabili. Tanto da rendere ampiamente secondaria la qualificazione in Champions, da un punto di vista finanziario.

Tra l’altro il tipo di gioco di Calhanoglu, molto dinamico e fatto di tanti chilometri percorsi sarebbe anche l’ideale: tanto è vero che nel Milan è ben inserito nel gioco verticale e corale di Pioli, ma si perde non appena deve scardinare difese a linee molto strette e con 10 giocatori dietro la linea della palla.

Perché per essere un trequartista non salta l’uomo da fermo, segna poco e non ha grande invenzioni contro le squadre che mettono il pulman davanti all’area. E’ più bravo negli assist sulla corsa, quando può sfruttare velocità e spazi.

Ma Hakan Calhanoglu vale i quattro milioni ed è così funzionale al gioco del MIlan? Alla prima domanda si può rispondere che non ne vale più di 4: così hanno stabilito Gazidis e Maldini e questa è una linea invalicabile. Ed è una offerta che tiene conto del parere positivo di Stefano Pioli: il mister lo cita sempre tra i giocatori che costituiscono l’ossatura del gioco del Milan. E nonostante tutto, anche il Bollettino ne deve tenere conto. Ma, ribadiamo, Calhanoglu vale all’interno del gioco corale dei rossoneri, dove non c’è un playmaker, ma dove ognuno fa la sua parte.

A modesto avviso del Bollettino, si trovano anche altri giocatori in giro per l’Euopa con quelle caratteristiche. Se Pioli ritiene che sia indispensabile, prendiamo atto; ma il Milan per fare il salto in Europa e non dover arrivare a giocarsi un posto in Europa fino all’ultima giornata ora ha bisogno di un giocatore dietro le punte con ben altre caratteristiche. Che faccia gol (il centrocampista turco solo 4 in campionato) e che inventi dal limite dell’area anche nelle partite complicate.

Sempre che Maldini non riesca a convincere il Real a lasciare Diaz ancora un anno a Milanello: ha dimostrato che palla al piede è altrettanto veloce ma sa inventare molto di più ed è più fote nell’uno contro uno. Ma avendo sei anni di meno del turco ha meno esperienza e meno malizia.

Il Bollettino ha cercato di raccontare con onestà la vicenda Calhanoglu, pregi e difetti e necessità o meno che rimanga al MIlan. Di sicuro non a tutti i costi, come abbiamo visto. E decida il lettore se sia così necessario.

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