calhanoglu paquetà

 

Cabala, pressing e Paquetà

 

Ecco come il Milan può battere la Juventus

 

Intanto c’è la legge dei grandi numeri: il Milan non vince a Torino contro la Juventus in Coppa Italia dal 1985. E se 35 anni a digiuno non vi bastano, ricordiamo allora che Pioli in carriera non ha mai battuto il club bianconero. Poi qualcun altro, meno scientista, la potrebbe chiamare “cabala”, ma il concetto è lo stesso.

Poi c’è l’incognita ripartenza. Nessuno può ancora dire chi arriverà meglio preparato all’ultima coda di stagione. Perchè di solito a metà giugno i giocatori sono in vancanza, tranne i pochi impegnati in competizioni internazionali (e nemmeno tutti gli anni). I più attenti hanno messo in evidenza come il gioco potrebbe essere meno fisico per paura di infortuni, dopo oltre due mesi di inattività dei giocatori (di solito non vanno mai oltre il mese). La preparazione potrebbe essere quella che è, per cui dovrebbero essere avvantaggiate le squadre più tecniche, che sanno far correre la palla e mandano a vuoto gli avversari sfiancandoli.

Ecco perché Stefano Pioli schiererà il Milan con una formazione cortissima e che dovrà stare compatta tra le linee il più possibile. Con un pressing molto alto per accorciare le distanza dall’area avversaria. Una difesa troppo abbassata porterebbe a consumare molte energie per coprire il campo nel ribaltamento dell’azione.

Ed ecco perché Pioli ha scelto una doppia line di centrocampo con un triplo “10” schierato alle spalle dell’unica punta Ante Rebic. Una scelta in parte obbligata, vista l’assenza di Ibrahimovic. Ma il trio di centrocampisti dai piedi buoni e capaci di andare in gol (anche da lontano) come Bonaventura Chalanoglu e Paqueta’ subito dietro il croato, rappresenta sicuramente l’esperimento più interessante della sarata.

In pratica, un 4-2-3-1 che può diventare un 4-4-1-1 in fase di ripiegamento. Tra l’altro lo schieramento dei tre centrocampisti – che abbiamo definito dei “10” per far capire la scelta di giocatori tecnici – risponde all’esigenza di avere palleggiatori che sappiano mettere in difficoltà gli avversari. La speranza è che i rossoneri ripetano il primo tempo contro l’Inter, ma questa volta non scomparendo dal campo nel secondo.

Molto, infine, dipende da Lucas Paquetà. Il brasiliano finora è stata una promessa mancata: arrivato con ottime credenziali e già nel giro della nazionale brasiliana, si è fatto notare più per i tocchi da calcetto che altro, non essendo mai riuscito a prendere le misure al calcio europeo, più veloce e fisico di quello a cui era abituato nel Flamengo. Ma proprio perché non considerato “pericoloso” se – come si dice – appare tornato in gran forma, potrebbe essere la chiave della partita.

 

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