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Questo non è il Milan

 

Ibrahimovic-Gazidis: duro scontro o confronto? Ma non si gestisce così il Milan…

 

Non è stato uno scontro, piuttosto un confronto. Non solo per la questione ingaggi, ma anche per chiedere spiegazioni sul perché i giocatori sono stati “abbandonati” in balia di voci e incertezze sul futuro. Lo avrete letto: a due giorni dalla sfida di Coppa Italia contro la Juventus, l’amministratore delegato del Milan Ivan Gazidis ha fatto visita alla squadra. Ed è stato “affrontato” da Zlatan Ibrahimovic, portavoce del grupo in qualità di giocatore più carismatico: non proprio a muso duro, ma in modo diretto.

Per una serie di motivi, riferiscono le cronache. Per esempio, perché dopo la ripresa degli allenamento dopo il lockdown, i dirigenti con l’eccezione di Paolo Maldini non si sono mai fatti vivi? E qualcuno ha ricordato come Adriano Galliani non solo era spesso presente a Milanello, ma si fermava a parlare con i giocatori, li coccolava.

Secondo motivo di scontro/confronto: perché solo a due giorni dalla delicata partita di Coppa Italia è arrivata la risposta di Gazidis alla proposta dei giocatori di tagliarsi del 50% lo stipendio del mese di aprile per andare incontro alle esigenze del club di ridurre i costi in bilancio, già gravato dallo stop per il Covid-19?

Ibra non era da solo. La delegazione dei giocatori era formata anche da Romagnoli (il capitano) e da due giocatori “anziani” ed esperti come Bonaventura e Begovic. Hanno espresso il senso di abbandono, chiedendo spiegazioni. Così come era avvenuto prima della partita del Genoa, quando Gazidis aveva spiegato i motivi del divorzio da Zvone Boban.

Gazidis ha riferito di non esseresi fatto vivo anche per motivi “sanitari”: non era il caso di frequentare Milanello per non creare problemi ai gocatori. E ha fatto sapere di aver dato il via libera alla proposta di taglio dell’ingaggio non appena ha avuto l’ok da Elliott. Garantendo che ora si farà vedere più spesso e richiamando i giocatori al massimo della loro professionalità dando il massimo e anche di più contro la Juventus: in ballo c’è una finale e i milioni che potrebbero derivarne in caso di vittoria della Coppa Italia. Infine, ha ricordato che per riportare il Milan in alto il progetto c’è, ma occorre pazienza. Non proprio il massimo dal punto di vista comunicazionale, visto che il manager chiamato dal fondo Elliott è alla guida del club già da due anni e ancora non si sono visto risultati nè in campo (dove magari le responsabilità sono da condividere) né dal punto di vista del bilancio.

Questo è quanto è stato possibile ricostruire.

Da parte sua, il Bollettino può dire che non è così che si gestisce un club come il Milan. Una società di alto livello non può dare l’impressione che manchi totalmente una figura di raccordo tra giocatori e vertici societari. Dovrebbe farlo Paolo Maldini? Se non lo ha fatto allora è pure lui responsabile. Ma lo è ancora di più se qualcuno non si è accorto o non ha voluto accorgersi delle sue mancanze. magari per evitare problemi in una casa di lavoro, visto che è sempre più probabile l’addio dell’ex capitano dal “suo” Milan.

Inoltre, tutto ciò non può avvenire a due giorni da una sfida che potrebbe valere una stagione. E in un frangente in cui – da settimane – ogni giorno e più volte al giorno, escono indiscrezioni sul nuovo progetto affidato a Ralf Rangnick. Con i giocatori consapevoli di essere d fronte a una nuova ricostruzione, l’ennesima, in cui molto lasceranno Milanello.

Il Bollettino ha più volte scritto che Elliott ha ereditato una situazione difficile e deficitaria. Ma finora non ha fatto in modo che ci fosse maggiore chiarezza. Non con una proprietà che non si fa mai vedere, dai tifosi e dalla squadra, e con una dirigenza che appare fredda e “distaccata”, con responsabili della parte sportiva che saltano alla media di uno ogni sei mesi.

Probabilmente con la fine della stagione Elliott potrà tirare una riga, non pensare solo allo stadio e ricominciare da capo sotto l’era di herr Rangnick. Per ora la confusione regna sotto il cielo. E a differenza di quanto sosteneva il compagno Mao, la situazione non è eccellente…

 

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