nemici

 

Molti nemici...molto onore

 

Adesso se vuoi  essere qualcuno devi avere un nemico. Stare sui coglioni a qualcuno è diventato imprescindibile

 

Nel paese più pigro e meno voglioso di sapere al mondo, nel popolo che legge meno in Europa, nelle case di gente che passa il tempo in compagnia di Maria De Filippi e di Bruno Vespa.... sta avvenendo in attesa del Natale una fenomenale trasformazione. Non è più lo sport nazionale il "saltare sul carro del vincitore". Non perchè questo sia sparito. Anzi. Rimane la caratteristica primaria di tutti noi. Ovunque. In politica ma anche nei nostri loculi di lavoro o più tristemente nelle nostre famiglie. Infine nello sport. Tutti e sempre. Soltanto che questo è talmente scontato che non fa più notizia. Dalle cose più miserevoli come 502 cambi di casacca su 945 parlamentari per accodarsi ad un possibile vincitore (sbagliando poi spesso il tiro... ma questo è perchè oltre che ladri sono anche stupidi). Fino alle cose più importanti. Leggevo stanotte un vecchio pezzo di Indro Montanelli, dalle Stanze del Corriere. E faceva notare che in Italia, dopo le elezioni, giornali e tv diventano sistematicamente filo-governativi. In America nessun giornale si sognerebbe mai di cambiare pensiero nel post-voto. Caso mai prova a garantire critica se hanno vinto gli altri e si pone come cane da guardia del sistema. Da noi Repubblica, Corriere e perfino il Sole 24 ore (o quello che ne è rimasto) si appiattiscono sul potere ed aiutano lorsignori a raccontar balle spaziali. Questa stucchevole arte(???) non conosce campi puliti. E per rendere l'idea della sistematicità basti pensare che essa vale ancor di più nello scendere dal carro del perdente. Voce di queste ore il tiro al piccione inscenato verso Ventura e Montella. Dove sono finiti i censori che andavano ad intervistare estasiati la moglie di Ventura come immagine pura di un uomo intelligente ed umile? Dove cazzo sono gli sparatori di elogi verso il giovin Montella, esempio di come, con idee originali e coraggio, si può guidare il Milan, una delle squadre più grandi al mondo? Tutti morti. E l'ultimo, fino a mezzogiorno di oggi immagino, di questa serie è il caso di Maurizio Sarri. L'inchiostro speso in questi mesi per lui ci porterebbe a Gerusalemme (meglio no in ste ore). "Un genio venuto dal nulla"..."Il nostro valore aggiunto"..."La sua mano si vede sempre e subito"... fino a prendere le frasi di Guardiola per buone e non per un gioco ("Il Napoli gioca il miglior calcio al mondo" ). Certo, io sono l'uomo con più donne della terra.

Poi succede quello che succede. Nell'ordine il Napoli ad 1/3 del cammino sembra scoppiare. Motivi noti. Il Napoli perde in casa con la peggior Juve degli ultimi 7 anni senza fare un tiro in porta. Poi spreme fino a distruggerlo l'unico talento di casa (Insigne). Poi in Champions perde 4 partite su 6. Poi soprattutto qualcuno dei trinariciuti da inchesta da "Bar Sport" si accorge che in un paio d'anni ha voluto a corte Gabbiadini, Pavoletti, Zapata, Tonelli, Maksimovic, Giaccherini e... flop... nessuno, ma proprio nessuno è mai entrato seriamente nel tiki taka del Napoli. Ed allora a tempo scaduto Tuttosport fa un'inchestona chiedendosi : "Ma aveva ragione De Laurentis quando diceva che Sarri gli ha fatto buttare 100 milioni di euro?" E' già ora della fuga preventiva. Ci mettiamo avanti coi lavori . Scordati gli "Ohhhhh" di stupore per il gioco da subbuteo di Sarri, tutti pronti al ritornello che "sarà pure bello giocar bene, ma anche vincere qualcosa non fa poi così male ogni tanto". Riassunto: andate ben a ......

Ma dicevo all'inizio che questa non è più la principale caratteristica del populame italico. Gira voce infatti che per avere molta credibilità, molto peso, incutere soggezione e rispetto occorra qualcosa in più. Adesso se vuoi essere qualcuno DEVI AVERE UN NEMICO. Insomma quello che ai tempi dei nostri padri era spesso un idea negativa (stare sui coglioni a qualcuno), adesso è imprescindibile. Bisogna avere uno da insultare. Bisogna avere un nemico. E rimanendo per un attimo sul carrozzone sportivo i casi sono lampanti di personaggi che hanno fatto parte di carriera su questo. Pensate a Roberto Mancini, recordman di lamenti. Pensate anche ed ancora a Sarri che ha visto come nemico prima gli arbitri, poi il calendario, poi perfino il terreno di gioco di Ferrara. Spalletti si è preso a nemico persino la moglie di Totti quando aveva finito di farsi odiare per la sua boria anche dai 7 re di Roma. E poi cè lui, il mio amore giovanile (giovanile ??'). Si dai, l'incarnazione del nemico a tutti i costi per distrarre il mondo dal resto: Josè Mourinho e la sua frase storica "Sento lontano il rumore dei nemici". E noi quaqquaraquà a cercarli i nemici. Che non c'erano. Tutto per non parlare in quei giorni dei guai dell'Inter.

Ricordate la Pellegrini che vedeva fantasmi ovunque? Povera stella. Ed ancora il mai abbastanza disprezzato Tavecchio "So bene chi è il nemico". Purtroppo l'abbiamo imparato anche noi più tardi, era la Svezia. E lascio stare Antonio Conte che alla mattina prima di lavarsi i denti sfoglia la margherita di chi insultare per sentirsi un grande uomo. Una lista interminabile che almeno sconfinasse nel "chiagni e fotti" del vulgaris napoletano. Qui invece è solo uno stiucchevole lamento identificando un nemico. Cosa che aiuta anche noi stupidi a capire le cose e renderle semplici per i sempliciotti che siamo. 
La storia racconta ormai senza tregua di esperti nostrani. Perchè se è vero che gli anni del dopoguerra li abbiamo comunque passati nella ricerca di un nemico che in fondo c'era (Comunisti.. fascisti .. terroristi neri .. terroristi rossi), da una certa data con la sua entrata in campo l'arte di cercarsi un nemico per vincere facile appartiene a Silvio Berlusconi. Impareggiabile ed anche con classe. Entrato in politica per salvare l'Italia dai comunisti . Ricordate ? Muro di Berlino caduto 5 anni prima, Unione Sovieta scomparsa 3 anni prima, segni di falce e martello soppressi. Eppure su quello slogan ancora ci campa. Adesso un pò corretto. Sono tornato per salvare l'Italia dai 5 Stelle. Va mo là. Massaie...bancari...veline...calciatori di tutta Italia compatti. Facciamo sta marcia insieme. Nemico trovato anche stavolta.

Strepitoso anche Matteo Renzi. Stesso copione ma più complesso. Essendosi messo in gioco più grande di lui (e ci voleva poco) il toscano si è scelto spesso nemici complicati per la sua mente. I Magistrati, Consob, Banca d'Italia. Anche lui primo pensiero di giornata...con chi cazzo me la prendo? Però il Bomba ha la fortuna di avere collaboratori che lo aiutano a far danni. Le disgrazie del babbo della divina M.E.Boschi, delle banche che controlla il PD tutte chiuse per fallimento, i referendum sul nulla, le 5 elezioni perse consecutivamente lo aiutano a trovarsi il nemico giornliero. Che nel suo caso è uno solo: sè stesso. Che nostalgia Matteo quando andavi allo stadio e protestavi per un rigore non dato alla Viola. Non capivi neanche lì ma eri divertente. 
Sono stato un pò cattivo credo. Ci fosse quà il mio amico Claudio mi direbbe che nella ricerca di un nemico da incolpare non sono male nemmeno Grillo, Di Battista, Di Maio.... fino esagerando a Brunetta ed al "finalmente dimissionario" Alfano. Hai ragione da vendere. Ed in fondo anche noi miseri mortali nella vita quotidiana cerchiamo nemici per sentirci forti. Nella nostre case quanti se non hanno da spaccare i testicoli alla moglie o al marito non si sentono importanti. E sul posto di lavoro quanto miseria si legge in capi del nulla che quando le cose vanno regolari cercano guai inesistenti e si sfogano per ore. Sentendosi belli, forti. Perchè fuori da quel perimetro nessuno li ascolta e perchè in fondo parlare di uno che sbaglia un timbro fa più comodo che guardarsi dentro e sentirsi inadeguati. 
Ed allora arrendiamoci. Viva il salto sul carro del vincitore, viva chi chiagne e fotte, viva soprattutto chi ha bisogno di nemici per sentirsi vivo. Con una precauzione ed un pò di attenzione, perchè l'ultimo che iniziò col cercare di inimicarsi il mondo, fino ad urlare dal balcone di Piazzale Venezia "Molti nemici, molto onore". Pare di ricordare che il tutto non gli portò molto bene. A lui e soprattutto a noi.

 

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