locatelli

 

Il "sacrificio" Locatelli

 

Più una necessità che una vera e propria scelta quella del Milan; il Sassuolo, a fine mercato, non concede una recompra

 

Il Milan ha ceduto Manuel Locatelli al Sassuolo, in virtù di un'offerta importante, comprensiva di circa 15-16 milioni di euro fra prestito, obbligo di riscatto e possibili bonus legati al rendimento del giocatore.
 
In origine, si era parlato della possibilità dell'inserimento di una clausola di recompra all'interno del contratto di cessione del ragazzo.
In realtà. la recompra non è stata poi inserita. Locatelli pertanto recide ogni possibile legame contrattuale col Milan, il club che lo ha cresciuto ed all'interno del quale è diventato giocatore.
E' corretta questa scelta del Milan di non garantirsi un diritto di recompra su uno dei suoi migliori prodotti del settore giovanile?

A mio personale avviso, la questione va innanzitutto contestualizzata per poter dare un giudizio quanto più possibile oggettivo.
Il Milan infatti si è ritrovato in un'estate particolarmente delicata e singolare, nella quale sino a metà luglio gli argomenti principali non erano di certo riferibili al mercato.
La nuova dirigenza operativa, composta da Leonardo e da Paolo Maldini, si è ritrovata sul tavolo un vecchio principio di accordo della dirigenza precedente con i vertici del Sassuolo.
C'erano quindi due scelte: lasciarla cadere oppure riaprire le trattative con Carnevali, senza tuttavia poter imporre le condizioni.
La dirigenza rossonera ha scelto la seconda strada, in quanto è ben consapevole che nel ruolo di Locatelli ci sono Biglia ed il neoarrivato Bakayoko e sa che un'altra stagione senza giocare per Locatelli può essere soltanto controproducente.
Il Sassuolo però, per spendere una cifra del genere a 5 giorni dalla chiusura del mercato, difficilmente concede una recompra, a meno che non sia particolarmente alta.

Il Milan così, più che una scelta, ha subito una imposizione; lo ha fatto consapevolmente, sapendo che nel ruolo di Locatelli la squadra è abbastanza coperta.
E' anche ipotizzabile che, in base alle valutazioni dello staff tecnico, il giocatore non avesse questi eccezionali margini di crescita.
Questa è una possibilità che non può essere esclusa.
 
Tuttavia, è opportuno rendersi conto che fino a quando esisterà il FPF, certe operazioni più che giuste o sbagliate, vanno giudicate come necessarie.
Potremmo chiamarla "la dura legge della plusvalenza".

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