Totti, Gigio, Mino, Mirabelli, il Milan...
Pezzo vintage dall'archivio di Milan Day
di Basrouges - 30 Maggio 2017
E' finita una Tottimana e ne comincia un'altra. In tv abbiamo sentito (ascoltato poco, in verità) opinionisti, giornalisti, calciatori, ex calciatori, cazzari, peracottari che volevano dire la propria sul fenomeno Totti. A Roma non c'è nulla di più importante di Francesco Totti; gente che piagneva (cit.) sugli spalti, politici che si sbracciavano per farsi notare, attori, starlette, comici di professione ed anche involontari in prima fila per l'addio del Capitano.
Un grande calciatore, che nella sua carriera ha vinto una miseria se rapportato al tasso di classe di cui era in possesso; la sua fu scelta di vita e tanto di cappello a Capitan Pupone. Se tralasciamo un attimo le sceneggiate carnascialesche di qualche buontempone, Francesco incluso, la storia di Totti potrebbe fungere da esempio a qualche ragazzino, radiotelecomandato dal suo agente, che ultimamente sta inanellando errori da principiante, baciava la maglia che indossava e ad ogni piè sospinto dichiarava amore per quella gloriosa casacca a strisce verticali rossonere.
La società si è esposta senza remore, proponendo un contratto lungo a 3,5mln netti a stagione, che con i vari bonus arrivano facilmente a 4 ma non è servito. Il suo agente impone al Milan un mercato degno del suo assistito, un 18enne di buone speranze, manco fosse CR7 o Messi.
Io mi ero già espresso al riguardo e, pur con tutto l'affetto per Gigio (in fase calante...), anteponevo, e antepongo, il Milan a qualsiasi giocatore: Totti ha preferito restare a Roma pur sapendo che non avrebbe vinto che qualche coppetta qui è là e, se Dio si metteva di mezzo, come negli anni del Giubileo quando vinsero entrambe le romane a cavallo del 2000, anche un tricolore o due in 20 anni e Totti era la Roma; non potevi dire 'Roma' senza pensare a lui, al Pupone e viceversa. Erano quasi sinonimi. Maldini? Milan. Baresi? Milan. Rivera? Milan. Mazzola? Inter. Zanetti? Inter. Bergomi? Inter. Maradona? Napoli. Zoff? Juve e via dicendo: binomi inscindibili. I tempi sono cambiati, vero, e non ce lo vedo un ragazzo di 18 anni dire 'No' a 7/8 mln netti a stagione in una big d'Oltremanica oppure in Italia e prendere il posto del mito Buffon, pur di restare in un Milan in via di profonda ricostruzione, con una Europa League da giocare partendo dai preliminari in luglio.
Personalmente, visto il tira-molla di cui si stanno rendendo protagonisti lui, il suo agente e la sua famiglia, lo venderei a 60/70mln e mi rifarei mezza squadra; un ottimo portiere lo si trova a molto meno, non è un ruolo particolarmente decisivo, si sa. E credo che il suo silenzio, accompagnato dalle uscite pseudo diplomatiche di Raiola, stiano solo facendo crescere il malcontento del tifoso nei confronti del portiere stesso. Se sia un atto volontario o meno, non è dato sapere: conoscendo il Mino, sì, è un comportamento voluto, studiato, ponderato; tirare la corda fino ad obbligare il Milan a dire 'Sai che c'è? Vattene altrove' e poi andare in tv a dichiarare: 'Noi abbiamo fatto il possibile ma non hanno avuto pazienza...'.
Venderlo, a questo punto, è l'unica scelta rimasta: è ovvio, infatti, che se mai dovesse rimanere, avrebbe in testa i milioni a pioggia della Premier, la Champions da sicuro protagonista e palcoscenici sicuramente più entusiasmanti. E il tifoso, ben sapendo che ha tentennato davanti a quella scelta, non la prenderebbe bene. Diciamo che la cessione di Gigio, ad oggi, nel mio borsino personale è data a 2, la permanenza in rossonero a 8.
Quando, un anno fa, si fece il nome di Mirabelli come DS, esclamai: 'E chi cazzo è questo?', pari pari.
Non m'importava la sua nerazzurra provenienza (con quelli abbiamo fatto solo affaroni, quindi...) ma che fosse misconosciuto a tutti o quasi. Mi son bastate poche settimane per ricredermi: ottimo conoscitore dell'ambiente calcio, ben introdotto, lavoratore, silenzioso (un pregio enorme in questo campo), viaggiatore (e non per la trippa o altro), presente ma non presenzialista, Mirabelli sa il fatto suo e delle sue scelte mi fido ciecamente, anche quelle economiche. Non è come quello che al telefono chiedeva giocatori e quando gli sparavano cifre improponibili non sapeva che dire. Vi ricordate l'affare Kondogbia? Mirabelli, ai tempi all'Inter, lo disse subito: 'Questo nel campionato italiano fa flop; andiamo su qualcun altro' ma il Mancio biondocrinito si oppose e ne fece una questione di vita o di morte: 'O Kondogbia o me ne vado'. Tutti ora conosciamo il vero valore del giocatore ex Monaco.
Fassone sembra di parola: 'L'allenatore dovrà avere a disposizione la rosa effettiva entro luglio' disse e si stanno dando da fare. Ora solo a pochi interessa da dove vengano realmente quei soldi: si fa mercato come non si faceva da anni e anni, si torna in Europa, calciatori forti stanno arrivando, quello con la cravatta intonata ai denti non si fa vedere e manco sentire, il Presidente non appare in tv col suo sorriso a 44 denti a fare proclami imbarazzanti, ex calciatori che promettono mari e monti dal Milan se ne vanno e speriamo non ne arrivino più e i tifosi sembrano più ottimisti. Non tutti ma è normale che sia così.
Altra cosa normale: il Milan ci sarà anche quando Gigio farà la sua partita d'addio fra 20 anni.
E' così dal 1899...