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Le sentenze di Christian Abbiati

 

Ne ha per tutti l’ex Club manager rossonero che ha lasciato poco prima che si dissolvesse l’era cinese

 

Christian Abbiati ha lasciato il ruolo di club manager qualche giorno prima che finisse l’era del Milan cinese, ufficialmente perché non si trovava a suo agio nel ruolo che gli era stato assegnato, di fatto perché in quella società “fumosa” lui non ci si ritrovava più, al punto che il suo unico punto di riferimento era diventato il subentrato Rino Gattuso, suo grande amico.
Abbiati è stato sempre di poche parole, ma stavolta in un’intervista alla Gazzetta ha “vuotato il sacco”, emettendo le sentenze del suo anno trascorso alle dipendenze del Milan di Fassone e Mirabelli.
Montella un disastro, Gattuso un fenomeno, Mirabelli una piacevole sorpresa, Donnarumma “rimandato” a settembre, la società cinese regno della confusione.
Ne ha per tutti Abbia, e visto il suo proverbiale equilibrio è da ritenersi molto attendibile.
Le sentenze di Christian confermano quello che avevamo percepito dall’esterno, ed in un certo senso ci confortano non poco, perché vuol dire che ancora qualche capacità di giudizio ci è rimasta.
Tralasciamo le dichiarazioni sulla società, di cui non abbiamo praticamente elementi per giudicare, ma sul resto ci troviamo perfettamente d’accordo.
Avevamo salutato con soddisfazione la scelta di confermare Montella, ma che la situazione gli fosse poi completamente sfuggita di mano era abbastanza evidente. Secondo Abbiati la motivazione è da ricercarsi nella tendenza del mister a non fidarsi di nessuno.
Grande la scelta di affidare la sua panchina a Gattuso, capace col suo carattere di risollevare le sorti di un gruppo caduto pesantemente in depressione.
La capacità di Ringhio di incidere sulla testa dei calciatori ha salvato capre e cavoli, facendo apparire meno disastrosa una situazione che ad un certo punto aveva preso una piega pericolosissima.
Sembrava che Mirabelli avesse sbagliato tutto, che non ne avesse azzeccata una, e che avesse sbagliato anche con giocatori che sembravano super affidabili. Ed invece la storia ha notevolmente rivalutato il suo operato: se oggi pensiamo che il Milan con tre/quattro innesti di valore possa diventare una squadra competitiva vuol dire che la base costruita dall’ex DS calabrese era di valore. E fa bene Abbiati a sottolineare tra i meriti di Mirabelli anche quello di aver liberato il Milan da elementi altamente tossici come Mino Raiola.
A proposito di Raiola e del suo assistito Donnarumma sono da non sottovalutare le parole di un grande ex portiere come Christian Abbiati è stato. Il sottoscritto non ha esitato a salutare con favore il cambio del preparatore dei portieri (Fiori al posto di Magni) per la crescita di Gigio Donnarumma. I problemi del 99 rossonero la scorsa stagione sono stati dovuto principalmente alle vicende extra-campo che lo hanno riguardato, ma è indubbio che nessuna delle lacune che il giovane portiere milanista presentava è stata colmata. Non un progresso, infatti, sulle palle alte, sul posizionamento sulle palle inattive e sulle capacità di presa. Gigio potenzialmente può diventare il numero uno al mondo, ma ci può arrivare soltanto col sudore della fronte e lavorando duramente sui difetti; per inerzia ormai non gli regalerà niente nessuno.

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