elliott

 

Elliott deve sapere che...

 

Nel calcio la società viene prima della squadra

 

Lo scoprirono quelli di Fininvest appena messo piede nel Milan disastrato di Giussy Farina. La società è la prima pietra e su quella pietra edificarono il grande Milan capace di stupire l’Europa e dominare la scena mondiale in pochissimi anni. La struttura scelta da Silvio Berlusconi che si occupava anche di Milan nelle ore finali delle sue lunghissime giornate di lavoro fu agile, snella, essenziale. Prevedeva un ad con pieni poteri, Adriano Galliani, un ds molto ascoltato, Ariedo Braida, un team manager, Silvano Ramaccioni a capo della struttura di segreteria che era formata da una coppia formidabile, Rina Morelli e Mary Buscaglia. Con questa squadra il Milan ha compiuto il viaggio più straordinario della sua ultra centenaria storia. Il fondo Elliott, nuovo proprietario, è appena arrivato e ha già sistemato alcune tessere del mosaico. Si è preoccupato della parte tecnica che aveva bisogno in fretta del ricambio, ha aggiunto a Leonardo la figura di Paolo Maldini che ha messo in pace il vecchio col nuovo e ha affidato al presidente Paolo Scaroni il compito, temporaneo, di ad. Scaroni è un manager di altissimo prestigio, ha mille impegni professionali e ha già ripetuto, in pubblico e in privato, che non potrà conservare il doppio incarico per troppo tempo. In un lungo comunicato Paul Singer ha fatto sapere di aver già individuato la figura ma di arrivi non se ne parla a casa Milan, concentrati come sono tutti, e giustamente, sul mercato che fin qui ha dato frutti eccellenti per un ticket appena salito a bordo.

Sono tanti i compiti di un capo azienda. Per cominciare la cernita dei responsabili dei vari settori con i quali deve lavorare gomito a gomito. Fassone, poco attento ai risultati accumulati nel passato e deciso a inserire nei posti chiave manager di assoluta fedeltà, ha smantellato l’architettura berlusconiana pezzo dopo pezzo. Persino i due fotografi storici del Milan, i fratelli Buzzi, furono lasciati a casa con il loro archivio straordinario, per favorire l’avvento di Marco Durante de la Presse dopo telefonata di Giraudo al vecchio sodale. Adesso è ripresa la “tarantella”. Già due dirigenti di alto profilo sono stati dismessi a dimostrazione che l’intenzione di Elliott è quella di favorire il necessario ricambio. Ma sono altre le incombenze che spettano all’ad. Riguardano per esempio la spinosa vicenda dello stadio, San Siro o non San Siro. Riguardano i temi politici, nuove alleanze da ricostruzione o da confermare, riguardano i diritti televisivi, riguardano le prossime elezioni in federcalcio: insomma c’è da lavorare sul terreno politico che non è sicuramente noto né a Scaroni e tanto meno a Maldini o Leonardo.

Perciò è assolutamente necessario che l’ad arrivi presto e si inserisca velocemente nel calcio italiano conoscendone usi e costumi, oltre che il popolo di dirigenti e presidenti con i quali è obbligatorio la vorare. Aspettare una settimana, due, anche tre o quattro va bene. Ma poi bisogna dare un nome e un cognome all’ad e spedirlo al fronte.

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.