bakayoko

 

Bakayoko, conosciamolo meglio

 

Alla scoperta del centrocampista vicino all'approdo in rossonero

 

Avrebbe potuto far parte del vagone mondiale di Didier Deschamps. L’annata poco brillante al Chelsea ha invece compromesso i piani di Tiémoué Bakayoko con la Francia. Uno però abituato a soffrire, e poi a dare tutto in campo. In mezzo, davanti alla difesa, da mediano aggiunto, in particolare. Ruolo che gli ha permesso di farsi un nome nel Monaco, soffiando lo scudetto al Paris St. Germain e portando il club di Montecarlo fino alla semifinale di Champions League. Il tutto stringendo i denti, per via di un menisco malandato. Poi l’annata con Conte è andata meno bene del previsto e il francese si è guardato il Mondiale di Russia in tv.

Ma di frenate inattese, Bakayoko ne ha vissute molte. Fin dall’infanzia quando, per esempio, si fece bocciare alle selezioni per il centro federale di Clairefontaine, da parigino doc con il mito del Psg e di Anelka. A quindici anni, una frattura ad una gamba non gli tolse dalla testa l’idea di imporsi nel mondo del calcio. Se lo aggiudicò il Rennes, aprendogli poi le porte delle giovanili nazionali. Bollino di garanzia per un ragazzo che dopo una prima stagione interessante in Ligue 1, da diciannovenne approdò finalmente nel Principato per 8 milioni di euro. E per un esordio glaciale. Titolare sì, ma solo per 31’, sostituito subito dall’allenatore Jardim che non lo vedeva abbastanza in partita. Uno scossone da cui poi ha saputo riprendersi con dedizione e lavoro, per risalire la china e le gerarchie.

Nonostante vari acciacchi. Tipo quello al menisco che però nella stagione d’oro monegasca, la terza, vissuta da protagonista, da mediano o anche in regia, lo hanno spinto fino alla nazionale di Deschamps che aveva già rinunciato a Geoffrey Kondogbia. Il debutto, contro la Spagna, in amichevole nel marzo 2017, fu però compromesso da un grossolano errore costato un gol (2-0). Macchia che ne ha di fatto azzerato le chance di restare nel giro per il Mondiale poi vinto dai Bleus un mese fa. Esclusione vissuta con amarezza dal ragazzo che aveva rinunciato anche alla Costa d’Avorio pur di inseguire il sogno del Mondiale. ispirazioneLa stagione controversa a Londra, inoltre, non l’ha aiutato, tra adattamento tattico pure da interno, infortuni fastidiosi e il peso del cartellino pagato 45 milioni, bonus esclusi. Il solido centrocampista che si era fatto notare non soltanto per i suoi look stravaganti e vistosi ma anche per le sue prestazioni brillanti, sembrava un po’ sparito. Ma è stato comunque apprezzato da Antonio Conte, che lo seguiva fin dai tempi della Juventus e lo sosteneva: «Bakayoko rimane un 23enne al primo anno in Premier League, ha grossi margini di miglioramento e tutto ciò che serve per imporsi a questi livelli». Magari proprio al Milan ritrovando la grinta da ring di pugilato, dove sale per hobby, per coltivare quello spirito battagliero che si notava quando giocava in mediana in coppia con Fabinho: arginava ogni assalto avversario, reimpostando il gioco sul brasiliano, senza necessariamente cercare la profondità, nonostante le buone doti in accelerazione. I suoi modelli, da giocatore maturo, sono Marco Verratti e Sergio Busquets, cui si è ispirato per imparare il mestiere di scardinare le linee e aprire spazi verso la porta da colpire.

 

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