kakà

 

L’importante è non esagerare

 

Bello ed emozionante affidarsi ai vecchi campioni, ma non bisogna perdere di vista l’obiettivo

 

“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo...”. Dopo Gattuso, Leonardo e Paolo Maldini, ecco Ricardo Kakà. Proprio durante la conferenza di presentazione di Maldini, Leo ha fatto capire che a settembre dovrebbe approdare a Casa Milan anche l’ex bambino d’oro brasiliano, che entusiasta del nuovo corso ha chiesto di poter fare una sorta di stage presso la nostra società.
Nessun ruolo ancora definito, nessun compenso, solo la voglia di cominciare a fare esperienza dietro alla scrivania di una squadra di calcio, per disegnare una sorta di futuro nell’ambiente.
 
Lo stesso Leo ha già detto che “lui, Gattuso e Maldini insieme è qualcosa di molto bello ed emozionante”, e per certi versi è significativo che il rilancio del club rossonero, dopo anni di grigiore, sia affidato a milanisti veri, tre ex giocatori che prima ancora che grandi professionisti sentono cucita addosso la maglia rossonera.
Ruoli diversi e ben definiti.
 
Gattuso ha scelto la carriera da allenatore, e dopo essere stato lanciato in una situazione di grande difficoltà, ha dimostrato di meritare in pieno di sedere ancora sulla panchina della sua squadra del cuore.
Ottimi i risultati sotto la sua gestione, grande la capacità di creare un gruppo coeso e di rilanciare tanti giocatori che all’inizio della loro avventura sembravano smarriti. Qualcuno sperava e spera ancora nell’avvicendamento con Antonio Conte, ma non ci sono dubbi che su quella panchina ci si debba sedere Ringhio, uomo che ancora non ha l’esperienza dell’ex CT azzurro, ma che ha già dimostrato di avere competenze e carattere per tirare fuori il meglio dai propri uomini.
 
Leo ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo manager calcistico, e Singer non ha esitato ad affidargli le chiavi per guidare lo sviluppo dell’area tecnica milanista.
 
Maldini, invece, era doveroso che entrasse a far parte del Milan, si trattava solo di trovargli un ruolo che conciliasse le sue esigenze con quelle della società. In pratica lavora in tandem con Leonardo, col quale condivide ruolo, competenze e mansioni. Gli hanno creato un ruolo ad hoc, ma sembra più un modo mascherato per non affidare ad entrambi lo stesso ruolo.
La soluzione è quella migliore, che prevede di affiancare all’ex capitano milanista un tutor che lo guidi in un un mondo ed in un ruolo in cui non ha ancora nessuna esperienza.
 
Far rappresentare il Milan, a tutti i livelli ed in tutto il mondo, a personaggi come Leo e come Maldini è qualcosa di molto interessante, soprattutto per il carisma esercitato da personaggi del genere. Maldini è per tutti un esempio di classe e professionalità, e d’ora in poi ciò imporrà anche una certa deferenza da parte di chi dovrà approcciarsi al Milan attraverso un personaggio del genere.
Insomma, le persone giuste al posto giusto, per un rilancio credibile del brand rossonero.
 
Adesso vedremo anche cosa prevederà il “tirocinio”di Kakà, ragazzo benvoluto rimasto nei cuori di tutti i milanisti.
Tuttavia è bene non esagerare, e non perdere mai di vista l’obiettivo principale che questa nuova società si è prefisso.
Lo scopo è quello di riportare il Milan nelle posizioni consone al suo blasone, e cioè ai vertici del calcio internazionale.
Per farlo bisogna affidarsi a persone capaci e competenti, che abbiano ben chiare le idee su cosa e come fare. Non è certo accatastando le figurine di ex campioni rossoneri che si otterrà il rilancio del club, anche se si tratta di personaggi amati e che ci hanno fatto sognare.
Classe, rappresentatività e concretezza: la forma e le luci sono belle, ma la cosa che conta è la sostanza.

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