Basta coi figuranti e coi fantasmi
Giusto e doveroso ricambio dirigenziale in seno al Milan; adesso, però, non bisogna interrompere l'opera di rinnovamento
E come Elliott, E come Europa ritrovata, E come Epurazione dei vecchi dirigenti. Il fondo diventato proprietario del Milan è partito con le idee chiare. Il bello e il difficile, però, arriva adesso perché i tifosi del Milan sono stanchi di essere presi in giro con promesse non mantenute e comunicati di aria fritta. Se il buongiorno si vede dal mattino, è giusto avere fiducia perché la prima mossa da fare del fondo Elliott era proprio quella di ridare il Milan ai milanisti, come ha titolato giustamente “La Gazzetta dello Sport”.
E allora dopo essere stati allontanati o semplicemente essere stati spinti ad andarsene senza “giusta causa”, ben vengano i ritorni di Umberto Gandini come amministratore delegato, di Giuseppe Sapienza come responsabile dell’ufficio stampa, di Filippo Galli come responsabile del settore giovanile insieme con lo scopritore di talenti Mauro Bianchessi, e magari anche di Ariedo Braida come preziosissimo consulente. Il Milan ai milanisti ovviamente con Franco Baresi, l’unico sempre presente da 44 anni e forse anche con Paolo Maldini, mai così vicino al suo graditissimo ritorno in rossonero.
Il Milan ai milanisti, a cominciare dal presidente tifoso Paolo Scaroni, non deve però rimanere un semplice slogan, perché è fondamentale la chiarezza dei ruoli, proprio il motivo per cui giustamente Maldini rifiutò di collaborare con Fassone, avendo capito subito che sarebbe stato semplicemente strumentalizzato. Definita la cornice, bisogna poi provvedere a disegnare il quadro perché dalla società deve nascere la squadra.
E allora, sempre per la necessaria chiarezza, diventa scomoda la contemporanea presenza di Donnarumma e Reina che non è più un ragazzino. Il progetto per rilanciare il Milan deve prevedere una squadra giovane e italiana. Non a caso Montolivo è stato escluso dall’elenco dei convocati per la trasferta in America e non a caso è stata tempestivamente bloccata la cessione di Locatelli al Sassuolo. Scelte di questo tipo, però, vanno spiegate bene perché il Milan, che tra l’altro riparte da un sesto posto, non può pretendere di vincere subito scudetto ed Europa League.
Occorre pazienza, perché è meglio ricostruire per gradi che fare altre rivoluzioni apparentemente entusiasmanti, ma alla distanza inutili, o peggio ancora controproducenti. E qui entriamo nel campo di quello che non si dovrebbe più fare, pensando al recente passato. Visto che il primo Berlusconi non abita più qui, meglio evitare proclami e nuove promesse con slogan del tipo “passiamo alle cose formali”, che poi si ritorcono contro chi li ha coniati. Il presidente Scaroni, o chi avrà la delega per rappresentare la società a livello istituzionale o con i media, dovrà quindi essere più concreto e presente del misterioso cinese, perché va riallacciato un dialogo costante con la squadra e con i tifosi. E infine, quando il Milan tornerà a essere il Milan, in grado cioè di partecipare alla Champions League con ambizioni di successo, il fondo Elliott non dovrà commettere l’errore di cederlo a nuovin misteriosi compratori. Perché i tifosi rossoneri hanno già sofferto abbastanza.