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Leonardo divide

 

Pro e contro di un ventilato ritorno. Gandini AD? E Bonucci?

 

L’era di Elliott come proprietario del Milan ha preso il via, ma per la nuova governance si dovrà attendere sabato, quando l’assemblea dei soci nominerà i nuovi membri del Consiglio d’Amministrazione e il nuovo presidente, il numero 23 della storia del Milan. I nomi dei candidati sono già emersi nei giorni scorsi e c’è stata una sollevazione popolare, con tanto di scritte sia in zona San Siro sia in zona Casa Milan, contro la candidatura – forte – di Leonardo come nuovo direttore tecnico. La Curva Sud, con il suo comunicato di sabato, ha fatto capire che non gradirebbe (eufemismo) il ritorno del brasiliano in rossonero, visto il tradimento del dicembre 2010 con il passaggio all’Inter, che venne fatto come ripicca nei confronti di Silvio Berlusconi. Una macchia che non è stata ancora lavata via. Ma tale scelta va analizzata anche in maniera analitica, con i pro e i contro sotto il punto di vista professionale.

Leo non ricopre una carica da direttore sportivo-tecnico dai tempi del Paris Saint-Germain, visto che all’Antalyaspor si era rimesso in gioco come allenatore. Questa inattività dirigenziale è un dato di fatto e dovrebbe ricreare la sua squadra di lavoro e valutare la struttura attuale, messa in piedi da Mirabelli un anno fa. Una cosa non da poco per chi, in teoria, dovrebbe prendere in mano la costruzione della squadra e gestire situazioni già avviate. Nei pro di Leonardo c’è sicuramente il profilo internazionale della sua figura, l’aver imparato molto quando era il braccio destro di Galliani e la possibilità di poter lavorare con tranquillità visto che, la sua candidatura, sarebbe portata avanti dal nuovo proprietario.

Come Amministratore Delegato, mi permetto di sbilanciarmi, il profilo più idoneo sarebbe quello di Umberto Gandini. La sua esperienza pluriennale ad alti livelli sia con il Milan sia con la Roma, il suo peso politico e l’essere milanista fino al midollo sarebbero chiavi importantissime per ricostruire quella credibilità internazionale che il Milan, oggi, non ha praticamente più come hanno dimostrato le decisioni dell’Uefa. Profilo sicuramente diverso, ma altamente qualificato, quello di Giovanni Carnevali del Sassuolo, che probabilmente meriterebbe una chance in un grande club. Ivan Gazidis, invece, sarebbe un profilo più adatto al ruolo di direttore esecutivo ma c’è una cosa certa nelle decisioni di alto rango che farà Elliott: un top manager del nuovo Milan sarà italiano anche per poter gestire sul campo, insieme a Paolo Scaroni che sarà il nuovo presidente, le questioni di Lega e tutto ciò che riguarda il governo interno al club.

Da un Leonardo all’altro. Stanno prendendo sempre più corpo i rumors sul futuro di Bonucci, che potrebbe essere lontano dal Milan. Il capitano rossonero, in tutta questa vicenda del cambio di proprietà, non si è mai esposto pubblicamente come rappresentante dello spogliatoio, per rassicurare i tifosi. Il suo impegno, in questa prima settimana di allenamenti a Milanello, è stato totale da grande professionista qual è, ma il mercato è sempre aperto e di lui ha parlato Alessandro Lucci nel suo blitz a Milanello della scorsa settimana. Ma se Bonucci volesse lasciare il Milan, dovrà arrivare sul tavolo milanista un’offerta congrua alla richiesta. Altrimenti non se ne farà niente. Ma tutto passa da sabato 21, quando l’assemblea dei soci e il CdA ridaranno i poteri per poter operare al management, visto che il mercato rossonero è fermo in quanto a Fassone sono state tolte tutte le deleghe. E non è nemmeno detto che, in caso di decisioni immediate, gli vengano ridate.

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