Maldini, quando gli indizi fanno una prova!
Maldini, un'icona del tifo rossonero che da dirigente pare non trovare spazio. Prima il 'problema' era Galliani, poi 'i cinesi', ora anche con Elliott pare che...
Il cliché da due anni a questa parte è sempre lo stesso.
Prima con i cinesi ed adesso con Elliott sembra che il nuovo che avanza non si voglia privare della presenza di Paolo Maldini nello staff dirigenziale, soprattutto perché dopo l’era berlusconiana si sente la necessità della presenza di una bandiera storica in società (come se quella rappresentata da Franco Baresi non bastasse). Poi d’improvviso, dopo che tutti i media danno le cose per fatte, la pista si raffredda inesorabilmente.
In una recente intervista l’ex capitano rossonero aveva rivelato che al tempo del doppio AD aveva dato la sua disponibilità a Barbara Berlusconi, ma poi non se ne fece più nulla.
A quei tempi la versione era unica è indubitabile: è un personaggio troppo scomodo e Galliani non lo vuole tra le scatole perché potrebbe togliergli il potere.
Con l’avvento della proprietà cinese l’intesa non fu trovata perché a Maldini non andava bene un ruolo di facciata, lui voleva la responsabilità dell’area tecnica e pretendeva di dover dare conto solo al presidente (ammesso che, come visto in seguito, qualcuno sia stato in grado di parlare con lui).
Poiché questa storia era nota e stranota, si pensava che Paul Singer nel contattare Paolo gli potesse proporre solo il ruolo di responsabile della guida tecnica al posto di Mirabelli, ed invece, con grande sorpresa, sembra che anche il signor Elliott abbia proposto a Maldini il ruolo di ambasciatore della società nel mondo, lui che con il suo carisma e la sua notorietà poteva essere il testimonial perfetto per il rilancio dell’immagine di una società che i nuovi proprietari, per loro ammissione nel comunicato, vogliono rivalutare nel prossimo futuro come il blasone merita ed impone.
Ed allora la domanda nasce spontanea: ancora una volta quando si arriva al dunque perché nessuno offre a Maldini la responsabilità di un ruolo, importantissimo per una squadra di calcio, per il quale lui non ha nessuna esperienza?
Visto che Elliott, nonostante le dichiarazioni di facciata, deve provare a rivalutare un assett nel più breve tempo possibile per poterlo poi rivendere, è così sorprendente pensare che per quel ruolo abbia bisogno di affidarsi a qualcuno che quel ruolo lo gestisce con esperienza e competenza?
No cari signori, il Milan da un pò si trova nella situazione che i tempi vengono bruciati velocemente, dove una programmazione di lungo termine sembra una utopia; ed è proprio per questo che forse Maldini dovrebbe finalmente fare un passo indietro, accettare di entrare in società con ruoli non proprio operativo, fare esperienza e poi puntare finalmente ad essere promosso a ruoli operativi di primo livello.
Tanto, la cosa che deve capire, è che ogni proprietà che si avvicenderà da qui al futuro non metterà mai in dubbio la presenza di Paolo Maldini nello staff del Milan, per cui, se quelle sono le sue ambizioni e se ne avrà le capacità, il ruolo di responsabile dell’area tecnica nessuno glielo potrà togliere. Ma fino a quando le condizioni societarie sono queste le sue pretese sono destinate a rimanere tali.
Nessun tifoso milanista può essere contrario ad un ingresso di Maldini in società, ma ogni tifoso capisce anche che nel Milan di oggi ci vuole una grande competenza ed esperienza per ricostruire un club allo sbando, ed essere stato un grande campione da calciatore non ti da in automatico la patente del bravo dirigente.