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Il difficile compito di Gattuso

 

5 punti interrogativi che accompagneranno il tecnico rossonero

 

Lunedì prossimo incomincia la prima stagione dall’inizio di Rino Gattuso sulla panchina del Milan. In teoria più facile per lui, perché tutti gli allenatori preferiscono lavorare dal mese di luglio, invece di salire in corsa su traghetti più o meno alla deriva, con tutti i rischi del caso. In realtà il compito del tecnico rossonero stavolta sembra più difficile, perché ci sono almeno cinque punti interrogativi che lo accompagneranno durante la stagione.

1 – La squadra – Ovviamente il primo, e più importante, interrogativo riguarda la qualità dell’organico a disposizione e di conseguenza la scelta di una formazione-base, con le opportune varianti relative al modulo tattico e agli interpreti. Almeno fino al 19 luglio, giorno in cui è prevista la sentenza del Tas, il Milan è fuori dall’Europa e se non ci sarà un graditissimo contrordine non è affatto da escludere qualche partenza eccellente. Ma anche nella migliore delle ipotesi, il rischio della contemporanea presenza di Donnarumma e Reina non agevolerà le scelte di Gattuso.

2 – Le motivazioni – Con o senza Europa, il Milan dei “parametri zero” Reina e Strinic, in attesa dei prossimi, non potrà essere molto più forte dell’ultimo che ha ottenuto il sesto posto, proprio grazie alla rincorsa con Gattuso. E quindi è lecito chiedersi quali potranno essere le motivazioni dei giocatori che rischiano di soffrire ancora per raggiungere un semplice traguardo di consolazione, quale sarebbe la presenza nella futura Europa League, mentre le prime quattro vanno direttamente in Champions.

3 – La conferma – Come diretta conseguenza di tutto ciò, Gattuso dovrà impegnarsi per ripetere quanto di buono ha fatto fin qui. Vincere e far bene è difficile, ma ripetersi è ancora più difficile. Dopo aver dribblato la diffidenza iniziale che lo circondava, Gattuso dovrà essere ancora più bravo quest’anno, senza l’alibi di aver ereditato una squadra non sua. In fondo anche Montella aveva ottenuto il sesto posto, riportando il Milan in Europa dopo tre anni, accolto da elogi unanimi per i risultati e per il gioco. Poi, però, con una squadra apparentemente più forte, è stato considerato il principale responsabile delle iniziali difficoltà e ha pagato per tutti.

4 – La società – Nemmeno gli sforzi di Gattuso e la migliore partenza possibile in campionato potranno cancellare i dubbi sul futuro della società rossonera, perché dopo l’addio di Berlusconi è successo di tutto e ancora non si intravvede una situazione chiara e convincente all’orizzonte. E senza una società forte e presente, con dirigenti esperti e non improvvisati, non ci sarà mai un Milan forte, in grado di rivincere lo scudetto e la Champions, o almeno in grado di lottare per avvicinarsi a questi traguardi.

5 – Le ombre – Le incognite sul valore della squadra e sul futuro della società rischiano di trasformarsi in ombre pericolose sulla panchina di Gattuso, nel caso di risultati non soddisfacenti. Basta un titolo sul possibile arrivo del disoccupato eccellente Conte, di cui guarda caso si parlava già un anno fa, per togliere tranquillità a tutti, a cominciare da Gattuso.

E allora in bocca al lupo, caro Rino. A te il compito di trasformare i punti interrogativi in punti esclamativi. Con l’aiuto di tantissimi punti in classifica.

 

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