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Il ricorso al TAS: le prospettive

 

A Losanna il Milan proverà a giocarsi le sue carte. La partita è difficile, ma è comunque giocabile

 

Il Milan ha preso atto con estremo garbo della decisione della Camera giudicante della Uefa. Il suo commento ufficiale non è stato improntato alla polemica ed il club rossonero ha voluto precisare nella nota apparsa sul sito che "i suoi avvocati stanno già studiando le motivazioni al fine di presentare ricorso al TAS contro il verdetto che lo esclude per una stagione dalle coppe europee".
Ci sono dieci giorni di tempo a far data dal 28 giugno per presentare l'appello al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna e, una volta depositato il ricorso, verrà fissata l'udienza.
Successivamente alla stessa i giudici del TAS (tre arbitri) avranno un congruo termine per poter decidere in riferimento al contenuto dell'atto di appello.
Ci sono tre possibilità: l'accoglimento del gravame, il rigetto ed il rinvio alla Camera giudicante della Uefa.
I tempi dovrebbero essere brevi.
Il termine massimo non va oltre il 20 luglio, anche perchè il preliminare di Europa League a cui dovrebbe partecipare la Fiorentina si gioca il 26 luglio ed anche l'Uefa spingerà per una decisione breve.
Esiste la possibilità che i tempi vadano per le lunghe e venga superato il termine del 20 luglio.
In tal caso, il rischio è quello che il Milan venga autorizzato a partecipare all'Europa League di questa stagione e, in caso di conferma della squalifica, che la stessa venga scontata nella stagione successiva.
Il Milan, per azzerare questo rischio, cercherà di presentare il ricorso il prima possibile.
Andando al contenuto del ricorso, il Milan non potrà certamente dichiararsi non colpevole in quanto la violazione del parametro del FPF c'è.
Il Milan tuttavia potrà far leva sul fatto che è la prima volta in assoluto che una nuova proprietà appena arrivata nel calcio è stata sanzionata per passivi di bilancio pregressi.
Questa circostanza è senza dubbio la tesi argomentativa di maggiore pregnanza che potrà essere correlata insieme al raffronto con casi simili (se non più gravi, vedasi Manchester City) dove altri club hanno invece ottenuto dall'Uefa il settlement agreement.
Infine, a mio parere, la difesa della società rossonera potrà evidenziare come un ente organizzativo come l'Uefa non ha e non dovrebbe avere il titolo per dare giudizi sulla proprietà di un club e sulle sue strategie di crescita industriali.
Il ricorso non è semplice, sia per i tempi stretti, sia perchè i precedenti giurisprudenziali sul tema sono pochi e scarni.
Tuttavia il Milan ha delle possibilità di far valere le sue argomentazioni, quantomeno con l'obiettivo di ottenere un rinvio alla Camera giudicante che, allo stato, non potrebbe che essere celebrata come una grande vittoria.

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