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La partita del secolo

 

Il nostro Direttore ci racconta il Milan

 

logo 100In occasione dei festeggiamenti per il centenario della società rossonera, tutti i tifosi milanisti furono chiamati, attraverso vari canali, a votare “la squadra del secolo” e “la partita del secolo”.
Se la scelta degli “11 titolari” di una ipotetica formazione secolare fu abbastanza difficile e combattuta, vista la interminabile lista di campioni che hanno vestito la nostra maglia nel corso di un secolo, l’indicazione della partita più bella della nostra storia è risultata meno difficile e fu quasi unanime: MILAN-BARCELLONA, finale della Champions League edizione 1993/1994, disputata ad Atene il 18 Maggio 1994.
Una serata tanto bella quanto incredibile, visto quello che era previsto e quello che, invece, successe in campo!
Fu la più grande dimostrazione che nessuna gara è decisa prima di scendere in campo, che nessun pronostico può considerarsi sicuro e che nel calcio, spesso, l’aspetto tecnico non è il solo ad essere determinante, e, addirittura, forse non è neanche quello preponderante!

Prima di cominciare il racconto di quella indimenticabile serata, facciamo un passo indietro per fare un quadro della situazione generale del Milan e per ricordare il percorso che ci portò in terra ellenica per l’atto finale.
Per il terzo anno consecutivo sulla panchina de Milan c’è seduto Fabio Capello, allenatore stravincente in Italia ma ancora a digiuno di vittorie internazionali.
Oltre ad aver perso la finale di Coppa dei Campioni nella stagione precedente (1992/93), nella stagione 1993/94 il tecnico friulano veniva dalla sconfitta nelle finali della Supercoppa Europea (contro il Parma) e nella finale della Coppa Intercontinentale (contro il San Paolo), competizioni disputate in vece del Marsiglia squalificato.
In estate hanno lasciato il Milan Rijkaard, Gullit ed Evani, Van Basten è costretto a chiudere la sua carriera a soli 29 anni e Lentini è vittima di un grave incidente automobilistico che lo costringe a perdere quasi tutta la stagione.
Il Milan acquista Laudrup, Raducioiu, Panucci e, a metà campionato, Marcel Desailly.

La marcia in campionato è regolare e costante: pochi, pochissimi i gol subiti (solo 15) e molte le vittorie per 1-0 firmate da Daniele Massaro.
Insomma una squadra solidissima che vince il torneo abbastanza agevolmente (il terzo consecutivo) e che mira, soprattutto, a tornare sul trono europeo dopo qualche anno di assenza.

La Champions League del 1993/1994 (trentanovesima edizione della massima competizione continentale) presenta diverse novità: partecipazione record di 42 formazioni (con l’introduzione di un turno preliminare) e cambio nella formula del torneo.
Dopo due turni ad eliminazione diretta, le squadre superstiti venivano divise in due gironi; le prime due classificate di ciascun gruppo avrebbero disputato due semifinali in gara secca da disputarsi in casa delle due squadre vincitrici del raggruppamento.
Il Milan fa il suo esordio il 15 settembre 1993, e nel primo turno se la vede contro gli svizzeri dell’Arau. Il confronto, apparentemente senza storia, si dimostra impegnativo, e sarà risolto con la vittoria per 1-0 in trasferta grazie al gol di Papin, e con il pareggio per 0-0 di San Siro.

Nel secondo turno, i ragazzi di Capello si trovano di fronte il Copenaghen, campione di Danimarca in carica. La pratica viene liquidata già all’andata in terra danese, grazie al tennistico 6 a 0. Autori dei gol Papin e Simone, entrambi con una doppietta, Laudrup e Orlando. Il ritorno vede i rossoneri vittoriosi per 1 a 0 con una rete dell’insaziabile Papin.

Nella fase a gironi, il Milan viene inserito nel gruppo B assieme ad Anderlecht, Porto e Werder Brema. Le due partite con i belgi dell’Anderlecht terminano sullo 0 a 0. Con il Porto, i rossoneri si impongono a S.Siro per 3 a 0, in virtù delle marcature realizzate da Raducioiu, Panucci e Massaro. A Oporto, il match termina a reti bianche. Il Werder Brema crea qualche problema al Diavolo che però vince all’andata per 2 a 1 con gol di Maldini e Savicevic. In Germania, è Savicevic a pareggiare i conti dopo il vantaggio tedesco. Il Milan termina il suo girone in testa e accede alla semifinale a partita unica, dove incontra il Monaco di Klinsmann e Djorkaeff.
Il match si conclude per il meglio, dato il 3 a 0, ma lascia qualche ombra in vista della finale di Atene. Desailly, Albertini, Massaro i goleador rossoneri. Ma, capitan Baresi, ammonito, e Costacurta espulso, sono costretti a saltare la sfida con il Barcellona. Capello si vede costretto ad inventare la difesa e prova alcune soluzioni in allenamento che non danno buoni risultati.
Dopo l’ultima prova disastrosa che prevedeva Tassotti e Desailly centrali, il mister dichiarò a sospresa: “Stasera ho capito quale difesa giocherà in finale contro il Barcellona”.

cruiffGià, il Barcellona di Cruijff, la grande favorita alla vittoria finale del torneo. I Blaugrana, effettivamente fanno paura, e la coppia d’attacco, Romario-Stoichkov, turba i sogni di tutti i tifosi milanisti nei giorni che precedono la finale.
E’ qui che però nasce la grande vittoria del Milan. La squadra di Capello è composta da campioni un po’ stagionati, ma con un orgoglio ed un carattere enorme. Sarà proprio la sfacciataggine, la sicumera e l’arroganza del tecnico olandese a fare il resto.
Cruijff da diversi giorni parla del Milan come “l’anticalcio, una squadra tatticamente arretrata ed obsoleta che non avrà scampo contro la sua squadra che, al contrario, gioca un calcio tecnicamente e tatticamente all’avanguardia”. Addirittura si permette di aggiungere che “la dimostrazione della differenza tra le due squadre sta nel fatto che il Barca compra i Romario, mentre il Milan compra i Desailly, un operaio del pallone dai piedi imbarazzanti”. Infine, avrà l’ardire, insieme a molti dei suoi giocatori, di farsi fotografare alla vigilia della partita con in mano la Coppa dei Campioni!
Questo atteggiamento non fa che caricare tutto l’ambiente rossonero.

Il 18 maggio 1994, alle ore 20,15 locali, Milan e Barcellona scendono in campo: finalmente l’ora delle chiacchiere è finita, finalmente è l’ora di giocare.
Anche l‘ambiente dello stadio Olimpico di Atene ci sembra avverso, in quanto si nota una preponderanza di tifosi catalani su quelli rossoneri. Per fortuna tale differenza si noterà per poco: tutto il pubblico blaugrana resterà ammutolito davanti allo stradominio rossonero in campo!

gazzaCapello schiera Seba Rossi in porta, Tassotti e Panucci sulle fasce, Filippo Galli e Maldini centrali difensivi, Albertini e Desailly centrali di centrocampo, Boban e Donadoni larghi sulle fasce e Massaro-Savicevic in attacco.
Il Barcellona risponde con Zubizzarreta, Ferrer, Guardiola, Baquero, Nadal, Ronald Koeman, Sergi, Amor, Romario, Stoichkov e Beguiristain.

In realtà in campo si vedrà solo l’undici rossonero, il Barcellona non vedrà mai il pallone.
Col passare dei minuti, col Milan che gioca a memoria, il volto di Cruijff cambierà gradualmente colore, diventando in fine pallido!
I nostri sono concentratissimi, caparbi, determinati in ogni giocata e strasicuri dei propri mezzi: la squadra si muove come un corpo unico, dove ognuno si sacrifica per il compagno e per la squadra intera.
Savicevic, in serata di grazia, dipinge calcio, ed insieme a Donadoni e Boban garantisce un elevato tasso di qualità che si sposa perfettamente con la quantità offerta dal resto della squadra.
Monumentale, inoltre, la prova dell’intera linea difensiva.

gol massaroLe danze si aprono al 22’, quando, dopo una splendida discesa di Savicevic, Daniele Massaro batte Zubi con un tocco ravvicinato!
Ci si aspetta la reazione degli spagnoli, ma è il Milan che continua il suo show.
Dopo un gol annullato a Panucci, a tempo praticamente scaduto i rossoneri colpiscono ancora.
Splendida l’azione sulla sinistra di Donadoni, il quale dopo aver superato un paio di avversari dalla linea di fondo rimette indietro verso Massaro che di sinistro incrocia il pallone verso l’angolo opposto difeso da Zubizarreta: 2-0 e fine de primo tempo.

I nostri occhi sono pieni di gioia e di incredulità, ma nessuno osa pensare che sia fatta: il Barcellona fa ancora paura nonostante sia stato fin lì annichilito.
gol savicevicA rassicurare tutti ci pensa il Genio dopo 5’ della ripresa.
Zubizarreta passa la palla al liberissimo Nadal sull’out sinistro, ma Savicevic si getta in pressing sul difensore, gli ruba la palla e di prima intenzione fa partire da posizione impossibile un pallonetto di piatto sinistro che si infila in rete.
E’ il delirio, Capello, fin lì imperturbabile, accenna un piccolo sorriso, mentre Cruijff ha la faccia di chi vorrebbe essere da un’altra parte!
gol desailliFinita? Per niente!!!
Sette minuti dopo, al 57’, Savicevic colpisce il palo, ma sulla ribattuta Albertini, in pressing, pesca nel corridoio Desailly che si presenta solo davanti al portiere in uscita: piatto destro a girare e palla all’angolo opposto per il 4 a 0!!! Desailly si lascia andare ad una esultanza che sa di rivincita nei confronti di chi l’aveva deriso prima del match.

coppaStavolta è finita veramente: da lì al 90’ sarà un lungo torello, coi rossoneri che non vogliono più infierire sull’avversario. Il Milan è Campione d’Europa per la quinta volta, mentre per Capello è la prima vittoria internazionale: sarà l’unico grande trofeo internazionale (oltre ad una Supercoppa Europea vinta l’anno dopo col Milan contro l’Arsenal) della sua carriera nonostante abbia allenato tutti club di primissimo piano.
Lo scarso feeling internazionale sarà l’unico neo della sua splendida carriera da allenatore! Tuttavia, il suo nome resterà per sempre legato a quella che, a detta di tutti coloro che l’anno vissuta in prima persona, è considerata la più grande impresa calcistica del nostro club:
LA PARTITA DEL SECOLO!

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