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L'ombra di zio Sal dietro le scatole cinesi

 

Ci potrebbe essere Galatioto dietro l'arrivo di Ricketts; ma non solo...

 

Il comunicato delle 19:00 di ieri sera, con cui il miliardario americano Tom Ricketts annuncia pubblicamente lo stato avanzato delle trattativa per l'acquisizione di una quota di maggioranza del Milan, ha senza dubbio sorpreso tutti.

Nessuno infatti riusciva ad immaginare uno stato delle trattative così vicino alla conclusione e, fino a poche ore prima, non c'erano certezze in riferimento al nome del nuovo socio trovato da mister Li.
 
Secondo le ultime, la famiglia Ricketts dovrebbe entrare nel Milan con una quota di maggioranza, mentre Li rimarrebbe in quota di minoranza. Non è dato sapere quali siano le percentuali di questa nuova composizione azionaria.
 

Tuttavia, superato lo stupore iniziale, è bene iniziare a familiarizzare con il possibile nuovo proprietario del Milan e con l'importanza della sua famiglia nel mondo americano.

Non parliamo di un pischello o di un avventuriero; stiamo parlando invece di una famiglia stabilmente affermata negli USA e con eccellenti rapporti diplomatici nel resto del mondo.
 

In pochi probabilmente ricordano che il nome di Tom Ricketts venne fuori già nel corso del biennio 2014-2016, quello in cui Silvio Berlusconi era entrato nell'ottica di cedere il Milan ed aveva affidato il mandato alla banca d'affari Lazard.

Precedentemente (nel 2009), Ricketts aveva acquisito il controllo azionario di una squadra di baseball americana, la Chicago Cubs.
 

Chi era stato l'uomo chiave in quella trattativa circa 9 anni fa? Sal Galatioto, esattamente il personaggio che si trovava dietro la cordata cinese nel 2016 prima che la stessa si spaccasse.

E' possibile immaginare quindi che il lavoro di Galatioto sia continuato dietro le quinte anche dopo l'estromissione ad opera di Li?
 

La congettura non è priva di fondamento in quanto l'uomo è uno dei pochi personaggi capaci di tenere i contatti fra la Cina e gli Usa.

Volete una prova? Tom Ricketts è il fondatore della TD Ameritrade Holding Corporation. Una importante percentuale delle azioni di questa società (11%) son detenute da un fondo governativo cinese. Coincidenza anche questa o chiave risolutiva del puzzle?
Ai posteri, come sempre, l'ardua sentenza.

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