Galli

 

Addio di Galli: non una bella cosa

 

Filippo doveva rimanere, la società con lui non si è comportata bene

 

Filippo Galli lascia il Milan. Dopo tantissimi anni al servizio del club, prima come giocatore, poi come dirigente, l'ex difensore centrale recide il suo rapporto contrattuale col Milan. Certamente non è e non può essere una firma su un contratto con una determinata durata a fare di Filippo Galli uno dei volti più puri del milanismo. Ovunque andrà e qualsiasi dovesse essere il suo percorso professionale, i tifosi del Milan seguiranno con affetto e riconoscenza l'ex numero cinque.

Tuttavia la decisione di Galli non è stata improvvisa; anzi è stata ponderata ed è arrivata soltanto al termine di una serie di riflessioni da parte sua. Non possiamo che rispettarla, com'è normale e giusto che sia in casi del genere;ad ogni modo la vicenda in sé qualche dubbio inevitabilmente lo suscita. Se c'era qualcosa che al Milan funzionava bene nella parte crepuscolare della gestione di Silvio Berlusconi, quello era proprio il settore giovanile. Basti pensare che negli ultimi anni sono arrivati in prima squadra tantissimi giocatori e qualcun altro ha portato in dote alla società positivi incassi. Cristante e a De Sciglio, per esempio. Soltanto nell'ultima stagione, Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone sono stati elementi preziosi e positivi nella prima squadra del Milan, rappresentando il vero tesoro del club.

Per quale ragione quindi, alla luce di ciò, Filippo Galli è stato messo nelle condizioni di andar via, prendendo con anticipo Mario Beretta? Era abbastanza logico che il buon Filippo non accettasse una coabitazione forzata dopo tanti anni di fruttuoso e positivo lavoro per il Milan. Perché quindi arrivare a questa spiacevole situazione? La società finora ha sempre avuto il sostegno dei milanisti, ma non si culli di esso perchè operare scelte incomprensibili a danno di un uomo Milan come Galli è un fatto grave che, a mio avviso, non può passare facilmente in cavalleria.

 

 

 

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