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Donnarumma, chi ha ragione?

 

Due ex portieri della Nazionale si dividono su Donnarumma. Deve lasciare il Milan o deve rimanere?

 

Da una parte Pagliuca, che sostiene “Fossi in Donnarumma lascerei il Milan. Sento che qualcosa con loro si è rotto e ora è difficile poter ricucire. Solitamente funziona così: ti criticano e poi con due grandi interventi ti riabiliti. Stavolta però la vedo più complessa: famiglia, contratti, adeguamenti, soldi, agenti, si è messo tutto in mezzo e ora spostarlo non sarebbe semplice. Al primo piccolo errore tornerebbe il diciannovenne che guadagna sei milioni di euro all’anno. La situazione mi pare ormai compromessa”.
Dall’altra l’ex numero uno Giovanni Galli, che invece sostiene “Gli consiglio di rimanere. Ma anche di liberarsi di tutto quanto lo distrae. È evidente che in questa stagione abbia risentito di chiacchiere, spifferi e indiscrezioni. Si concentri, lavori sulla tecnica e tornerà il talento da settanta milioni di euro che abbiamo apprezzato. Oggi ne vale trenta di meno e certo non è colpa della società. Prenda una decisione e chiuda bottega, non che ogni dieci minuti deve partire un nuovo treno”, invitando anche i suoi preparatori a “coccolarlo di meno e farlo lavorare di più”.
Chi ha ragione?
Non nascondo che forse queste due posizioni rappresentano lo stato d’animo di molti tifosi, indecisi se puntare a tenere Gigio o sperare che se ne vada in cambio di un pacco di milioni.
E allora? Allora dipende.
Secondo il mio parere è innegabile che Donnarumma può pensare di rimanere al Milan solo a patto che cambi radicalmente la situazione.
Basta contratti, basta clausole, basta accuse “di essere a disagio” e di mobbing (qui si è veramente rasentato il ridicolo), basta, ogni due per tre, il dilemma “vado o non vado”, basta parlare di progetti o di mancanza, basta romperci le scatole “con la famiglia, col fratello e con quello che gli consigliano di fare”.
Il Milan ha bisogno solo di sapere con serenità e certezza cosa vuole fare, ma possiamo pensare di poterlo tenere con noi solo se è trasparente, sereno, libero di testa e libero da pressioni esterne.
Se poi fosse anche libero da Raiola sarebbe il massimo, probabilmente la soluzione dei suoi e dei nostri problemi.
Se tutto questo è chiedere troppo allora vada, lasci Milano e Milanello il prima possibile, e faccia lavorare il suo pasciuto procuratore per portare sulla scrivania di Fassone una proposta adeguata fatta di molti, moltissimi milioni.
Qualcuno si sta anche meravigliano che rispetto ad un anno fa non arrivano sul tavolo della dirigenza rossonera le proposte di cui invece si parlava l’estate scorsa, imputando questa cosa alla stagione non proprio esaltante che ha riguardato le prestazioni del numero 99 milanista.
No cari, la mancanza della fila dietro alla porta di Raiola e del Milan dipende solo dal fatto che rispetto ad un anno fa oggi esiste un contratto pluriennale, di 6,5 milioni netti a stagione e senza nessuna clausola rescissoria.
L’appetibilità del giovane diciottenne che va a scadenza e che deve solo trovare l’ingaggio più alto non esiste più, e questo ha messo il Milan nelle condizioni di preservare un proprio patrimonio.
E se qualcuno si sta ancora chiedendo chi un anno fa vinse nel braccio di ferro tra il Milan e Raiola, allora è bene che si faccia passare ogni dubbio.
Se Raiola vuole portarlo via dal Milan deve portare i soldi, tanti soldi, altrimenti lo lasci qui alle condizioni della società.
Se poi è libero da ogni ingerenza allora può anche pensare di restare e di tornare ad essere uno dei nostri pilastri.

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