Social

 

Gli effetti collaterali dei social nel calcio

 

Ai calciatori dovrebbe essere vietato l'utilizzo dei social, per una serie di motivi. Il primo?Forse non esiste una categoria più ignorante di quella dei calciatori

 

Non esiste oggi argomento più di attualità dei social network e del loro utilizzo. Oggi se non hai un profilo per ogni social sei completamente tagliato fuori dal mondo, almeno così pare. Perché poi, come per tutte le cose, è molto importante capire l'utilizzo che ne viene fatto. Siamo reduci da una domenica che forse passerà alla storia per quello che è successo sul web relativamente al caso Donnarumma, ed allora viene spontaneo chiedersi se è il caso che i calciatori usino i social, se è giusto che i procuratori (o chi per essi) possano mettere il bavaglio ai propri assistiti, e se invece sia lecito che ad utilizzarlo siano gli stessi agenti che, naturalmente, ne fanno un uso finalizzato esclusivamente al denaro!

 

Personalmente credo che ai calciatori dovrebbe essere vietato l'utilizzo dei social, per una serie di motivi. Il primo motivo è anche il motivo che sta alla base di tutto, e cioè che forse non esiste una categoria più ignorante di quella dei calciatori. Va da sè che spesso quando decidono di parlare "a briglia sciolta" (e cioè senza che dicano le miriadi di banalità che infarciscono le loro interviste) finiscono spesso per fare dei danni. Pensate alla guerra che si è venuta a creare tra Nainggolan e l'ambiente juventino, oppure alle picconate che Donnarumma ha inferto alla sua già precaria immagine agli occhi del tifo milanista, quello che fino ad un mese fa sarebbe stato disposto a tutto per il suo bambino prodigio. Oppure pensate ai danni procurati a molti calciatori dalle uscite completamente fuori luogo di molte mogli o compagne che mettono in difficoltà i propri uomini con le loro vaccate dettate dal cuore e da qualche altra parte del corpo.

 

Ed inoltre, è giusto che un giocatore che è un mio dipendente (fino a prova contraria sono io a pagarlo profumatamente) si rifiuti di parlare con me ed utilizzi i social per lanciare dei messaggi in piena bagarre di rinnovo che riguardino il proprio procuratore o il proprio futuro con quella società? E non ci stupisce, quindi, che lo stesso procuratore decida di intervenire e gli vieti di parlare dal momento che in piena fase di possibile rinnovo "ogni parola detta possa essere usata contro di lui" che candidamente ha ammesso che lui ama quei colori e che vuole rinnovare (mettendo in una situazione di vantaggio il club e le condizioni che vorrebbe offrirgli).

 

I procuratori hanno imparato ad utilizzare il mezzo per lanciare messaggi inequivocabili ai club e per metterli in condizione di ridiscutere le condizioni dei propri assistiti: vi ricordate i tweet "maliziosi" di Wanda Nara che gettò nello scompiglio l'ambiente dell'Inter che per il timore di perderlo gli fece firmare un rinnovo pluriennale con consistente adeguamento del contratto? Certo, almeno Wanda Nara ogni tanto ci fa vedere le prove costume che ne esaltano un culo notevole e da questo punto di vista la preferiamo di gran lunga a Mino Raiola ed alle sue rotondità. Insomma, riassumendo, forse sarebbe il caso che ci fosse una norma od una regola delle società che vietasse a tutti i calciatori di parlare attraverso i social: lo so che vietare a qualcuno di dire ciò che pensa non è mai una cosa auspicabile, ma insomma se fai il mestiere più bello del mondo e guadagni l'ira di Dio di soldi non dovrebbe essere un grande sacrificio impedirti di parlare di cose che riguardano il tuo lavoro, il tuo club, i tuoi tifosi ed i tuoi interessi privati.

 

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