editoriale web

 

Assedio mediatico e bufale

 

Un Editoriale rossonero degno di nota direttamente dal web

 

In fondo, l’esperienza ci insegna a non fidarci. Ed i fatti, quelli veri, ci dicono che esistono due mondi.
Quello dell’insinuazione (ovviamente a costo zero) e quello della realtà.
Fra poco saranno due anni. Due anni che gli organi di informazione in Italia non riescono ad azzeccare nulla sul Milan.
Sarà strano, o forse no, però i fatti dicono questo.

Era l’estate, afosa, del 2016. Era l’inizio di agosto.
I giornali avevano appena titolato che la trattativa fra la Fininvest e la cordata cinese era praticamente saltata. Qualcuno parlava addirittura di Milan paralizzato.
Giunti al pomeriggio, ecco l’annuncio del contratto preliminare fra le parti, con tanto di stupore da parte dei beninformati degli organi d’informazione.

Succede, qualcuno potrà dire. Verissimo, certamente. Ma la serie di previsioni fosche, poi disattesa, è continuata.
Si è così passati al fascino del genere fantasy del mese di marzo del 2017, nel quale giornali e tv ci hanno raccontato del perché tutto stava saltando, dei cinesi che forse non esistevano, delle prospettive del Milan legate ad una sorta di autarchia indotta.

Come per magia però, le infauste e negative ipotesi del mese di marzo lasciarono il posto alla cessione definitiva del Milan datata 13 aprile 2017.
Sostanzialmente, per un doppio rinvio di 4 mesi (il primo closing era previsto per il 13 dicembre 2016), i benpensanti diversamente informati avevano costruito archetipi di grottesche congetture. Eppure sarebbe bastato dare un occhio alle limitazioni in uscita dei capitali da Pechino.
Anche in tal caso tuttavia, la strada dell’insinuazione era maggiormente comoda e portava con sé un’eco maggiore. Quello del pregiudizio, ahinoi.

La costellazione di previsioni ardite è poi proseguita con il mercato estivo che sarebbe stato basato più sulle idee che sui soldi (il Milan ha invece condotto la campagna acquisti più esosa della sua storia), con le mancate fidejussioni per Biglia e Bonucci che avrebbero potuto rendere i due giocatori inutilizzabili in stagione (cosa non verificatasi) e con la frase infelice di Ilaria D’Amico alla vigilia della prima giornata di campionato.
La conduttrice di Sky, elogiando il mercato del Milan, aggiunse un periodo ipotetico raccapricciante: “se ci saranno le coperture finanziarie”. Coperture che, com’è ovvio, poi vi furono, ma di scuse almeno formali, nemmeno una pallida ombra. Tanto sul Milan, si è capito, si può fare.

La stagione rossonera non è stata poi eccezionale. E nei momenti più bui non sono mancate le considerazioni e le previsioni di sventura.
Si è andati dallo Scaroni prossimo presidente del Milan, agli aumenti di capitale che Yonghong Li non avrebbe onorato. Tutte suggestioni poi scadute nel nulla.
In fondo però l’arte dell’insinuazione non si può mettere in discussione. Guai a farlo.

Ed allora ecco nei giorni scorsi ricaricarsi i fucili del fango dopo l’improvvida decisione dell’Uefa di qualche settimana fa.
Ai benpensanti in salsa radical chic non è parso vero questo ideale trampolino dal quale lanciare uova marce a iosa. Tanto, mal che vada, rimarranno le macchie sulle camicie.
E così inizia il coro del “fuggi fuggi generale, di Bonucci che va via e di Romagnoli che, in Nazionale, parla solo della Juve”.
I tifosi però, anzi gli innamorati del Milan, quelli che al Milan vogliono davvero bene, fanno molta fatica a digerire l’ennesima burla.
Ed è così che, nel silenzio assordante di un calcio italiano disinteressato alle sorti della sua squadra italiana più titolata in Europa, arriva il rinnovo di Alessio Romagnoli.
Un pugno in faccia e nello stomaco per i professionisti dell’insinuazione e della sventura.

Cosa accadrà da qui ai prossimi mesi è impossibile prevederlo, ma nel manuale di sopravvivenza dell’estate rossonera c’è scritto a chiare lettere ed in carattere marcatamente maiuscolo: non fidarti dell’informazione sul Milan.
Magari saranno in buonafede, però da due anni non ne prendono una.

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