Coppa UEFA 1994/95
L'impresa del Parma
E con questa sono sei. Nelle ultime sette edizioni della Coppa Uefa, le compagini italiane si sono imposte sei volte, unica eccezione l’Ajax che nel 1992 ha sconfitto in finale il Torino. La scuola italiana domina nuovamente questa competizione proponendo per la terza volta un derby in finale. Il motivo conduttore di tutta la stagione calcistica del Belpaese, la sfida Juventus-Parma, varca le frontiere con le due formazioni ad affrontarsi nella finale più giusta, quella che pone di fronte i due gruppi migliori. Gli emiliani negano alla Vecchia Signora un Grande Slam che si sarebbe concretizzato in poche settimane con i successi in campionato e Coppa Italia, portandosi a casa il loro terzo trofeo europeo dopo la Coppa Coppe 1992-93 e la Supercoppa 1993.
Il Parma del patron Tanzi è la realtà emergente del panorama italiano, capace di salire in pochi anni dalla Serie C alle posizioni di vertice del campionato grazie ai cospicui investimenti prodotti dal signor Parmalat. Pian piano all’assetto originario sono stati aggiunti pezzi di grande qualità come Zola, Asprilla e Dino Baggio che hanno fatto lievitare le azioni della squadra allenata da Nevio Scala e divenuta già da qualche anno una realtà anche a livello europeo.
L’Italia si presenta al via con ben cinque formazioni, grazie all’invito garantito all’Inter in quanto detentrice del trofeo. È però un cameo, quello dei campioni uscenti. I nerazzurri salutano già al primo turno eliminati dall’ostico Aston Villa, dopo i calci di rigore. Il resto della compagnia procede invece spedito: Ravanelli segna cinque reti per la Juventus contro il CSKA Sofia nel 5-1 di Torino, mentre una doppietta di Zola ribalta la sconfitta subita dal Parma ad Arnhem contro il Vitesse. Il secondo turno regala altre tre perle di Ravanelli, che si porta così a otto centri, e un nuovo en-plein italiano che si concretizzerebbe anche negli ottavi di finale se il Napoli non cadesse contro l’Eintracht Francoforte. I futuri campioni del Parma escono sconfitti 1-0 dal San Mames di Bilbao (campo tabù per le italiane), ma ribaltano facilmente al Tardini dove si portano sul 3-0 a inizio secondo tempo prima di patire qualche brivido nel finale.
Alla ripresa delle ostilità, in primavera, la Lazio cade per mano del grande ex Karl Heinz Riedle che spinge in semifinale il Borussia Dortmund proprio al 90' della sfida di ritorno, mentre Juventus e Parma avanzano con passo sicuro anche se gli emiliani non sono brillantissimi contro i modesti danesi dell’Odense. Come già tante volte in passato, le semifinali propongono la sfida incrociata fra Italia e Germania. Alla Juventus toccano i gialloneri di Dortmund, al Parma il Bayer Leverkusen. I bianconeri decidono di giocare la loro gara casalinga a San Siro dove erano convinti di poter fare il pienone, al contrario di quanto sarebbe accaduto al Delle Alpi dove il tutto esaurito, anche negli incontri di cartello, era una chimera. Termina 2-2 una partita vibrante con i tedeschi in fuga due volte e due volte raggiunti (all’88’ il pareggio definitivo di Kohler) da una Juventus tutta cuore.
Il Parma, invece, ipoteca la sua terza finale europea consecutiva (la prima in Uefa dopo le due di Coppa Coppe) andando a espugnare il campo dei “farmacisti” per 2-1 con Baggio e Asprilla che ribaltano a inizio ripresa l’iniziale vantaggio di Paulo Sergio. La qualificazione dei parmigiani diventa ufficiale due settimane dopo con il 3-0 del Tardini, mentre i bianconeri mostrano ancora grande cuore e preparazione fisica andando a vincere a Dortmund con una straordinaria partita di Roby Baggio, che griffa la vittoria con una punizione delle sue dopo il botta e risposta fra Porrini (gran gol di testa, “alla Bettega”) e Julio Cesar.
La finale vede l’agilità del Parma di Scala contrapposta allo strapotere fisico della prima Juventus di Lippi. Al Tardini i bianconeri sono penalizzati da molte assenze, soprattutto nel reparto difensivo, e il Parma ne approfitta andando in vantaggio con il grande ex Dino Baggio, che dopo 3' infila il corridoio giusto all’interno della difesa juventina e fa 1 -0. E’ la rete decisiva, perché gli attacchi bianconeri si infrangono contro un grande Bucci.
Ancora a Milano, la Juventus cerca di incamerare il primo trofeo dell’era Lippi. Al 34' il capolavoro di Vialli fa esplodere San Siro. Sul lungo lancio di Torricelli da destra Gianluca non ci pensa due volte e dal vertice sinistro dell’area scaglia un missile che si infila sotto la traversa. Torricelli manca il raddoppio a inizio ripresa e due minuti dopo ancora Dino Baggio pareggia di testa da due passi, firmando il primo trionfo dei ducali.