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Punto di vista sulla decisione dell'Uefa

 

Il Milan sacrificato sull'altare di una scelta politica

 

Quando accaduto ieri sera dopo la pronuncia dell'Uefa e quanto seguito in virtù delle voci e delle speculazioni messe in atto contro il Milan, meritano assolutamente alcune precisazioni. Il Milan non ha ancora rifinanziato il suo debito. Il nodo del contendere è tutto quì.

La decisione dell'Uefa di ieri inerisce propriamente questo aspetto che attiene alle dinamiche gestionali del club e che non viola alcuna norma del famoso FPF.
L'Uefa infatti può sanzionare i club che hanno debiti scaduti e non onorati, non certo club che hanno un debito in scadenza nei prossimi 4 mesi.
 
La decisione dell'Uefa pertanto appare molto tirata per i capelli, quasi un guanto di sfida per il nuovo Milan cinese che in dicembre era stato addirittura vicino al Voluntary Agreement (alcuni membri della Commissione erano favorevoli).
 
Lo scenario da quel momento non è cambiato ma negli ultimi mesi la posizione dell'Uefa si è molto irrigidita, sino a diventare granitica a difesa del proprio orticello.
D'altronde, ben si sa che l'Uefa ha molto subito l'aggiramento delle norme del FPF in estate da parte del PSG: forse adesso l'occasione di una pronuncia esemplare diventa terreno fertile per impartire una lezione a tutti.
Il Milan quindi come vittima sacrificale di un gioco politico più grande di lui. Peccato, davvero peccato.
In sè la questione è sin troppo banale.
Un creditore dell'A.C. Milan garantisce per il club la continuità aziendale anche se il debito non dovesse essere onorato.
Per "mamma Uefa" tutto ciò non basta. Servono altre garanzie.
L'odore del doppiopesismo è molto forte ed acre.

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