Convivenza di facciata
Mino Raiola va dove c'è il denaro. E il rapporto con la Juventus ne è l'ulteriore prova.
Sappiamo bene che un oggetto, quale per esempio una bandiera, si dispiega nel cielo in base alla direzione e alla forza del vento. E così, prendendo spunto da questo che potremmo accomunare il Raiola pensiero: questo agente di giocatori, diventato così importante negli ultimi anni, va dove c'è denaro. E attenzione: di certo non basta il denaro inteso come potenziale economico del Club di turno o il progetto sportivo, ma è fondamentale per l'ex pizzaiolo avere una raltiva certezza sul valore economico del proprio assistito in sede di mercato. Questo è un fattore imprescindibile per Mino Raiola, il quale ovviamente spera sempre di ottenere attraverso le operazioni di mercato di livello "monster" in termini economici, di ottenere la propria bella percentuale di commissione sul trasferimento di turno.
E la Juventus, non può e non deve sfuggire da questo ragionamento, perchè Mino Raiola ha sempre fatto affari solo ed esclusivamente per il proprio tornaconto personale. Come detto quindi, anche la Juve non sfugge da questa logica; basti pensare solo a quello che successe qualche tempo fa con Pogba. Il Club di turno è essenzialmente inifluente per Mino; quello che conta davvero è ciò che lui, attraverso il proprio assistito, può guadagnare.
E' un ragionamento obiettivamente spietato ma legittimo. In fondo poi, tralasciando per un attimo Raiola, entra in gioco anche la componente giocatore. No perchè non possiamo far finta di nulla di fronte al fatto che questo tipo di giocatori vanno nelle sue mani consapevoli di ciò che gli aspetta. E se sono giovanissimi, la situazione può essere definita ancora peggiore, visto che in quel caso sono i genitori di turno ad avere la responsabilità di delegare gli interessi sportivi e non del proprio figlio ad un agente che è palesemente disinteressato da ogni discorso puramente morale o etico.
Ogni riferimento a chi sappiamo non è puramente casuale.