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Sanzioni Uefa: cosa rischia davvero il Milan

 

In arrivo da Nyon sanzioni ai rossoneri su più fronti: multa, pareggio di bilancio, lista Uefa limitata e calciomercato condizionato. Ecco tutti i rischi

 

Il Milan attende la spada di Damocle che gli cadrà tra capo e collo a breve. Entro il 31 maggio è atteso il verdetto della commissione Uefa per il Fair Play Finanziario. I rossoneri, dopo aver visto sfumare l’ipotesi del Volountary Agreement, attendono le sanzioni che il pannel dell’Uefa certamente applicherà, per le violazioni del FPF nell’ultimo triennio.

L’amministratore delegato Fassone si è detto e sereno e convinto che non saranno pene cosi’ severe, comunque da attribuirsi alla vecchia gestione del club. Sgombriamo però ogni possibile equivoco: a meno che sia stato espressamente previsto nell’atto di vendita del club da parte di Fininvest alla holding creata ad hoc da YongHong Li, è impossibile che la multa comminata venga pagata da Fininvest.

 

Ciò detto, veniamo alle possibili sanzioni e vincoli. Solitamente queste sono di tre tipi. Cumulative e non alternative, almeno nei casi recenti che hanno visto protagoniste squadre italiane come Inter e Roma. Difficile pensare che le decisioni della Uefa si discostino sensibilmente da quelle prese per nerazzurri e giallorossi.

 

Inter e Roma nella primavera del 2015 hanno firmato con l'organismo che regola il calcio europeo il settlement agreement, che ricordiamo essere una sorta di patteggiamento riabilitativo con sanzioni e vincoli da rispettare. Entrambe si sono cosi’ impegnate a rientrare nei vincoli del FFP Uefa entro un triennio durante il quale sono state sotto costante monitoraggio. Entrambi i club hanno pattuito di portare il deficit di bilancio a -30 nel primo anno di monitoraggio fino ad arrivare al suo azzeramento al termine del triennio. Considerando che il bilancio rossonero al 30.06.2018 chiuderà probabilmente con un passivo di circa 80 milioni, questa inizia già ad essere un vincolo importante alle prossime spese e ai prossimi investimenti milanisti.

 

Roma ed Inter hanno poi ricevuto sanzioni pecuniarie. Il club allora di proprietà di Tohir ricevette una multa di 20 milioni, da trattenere da eventuali ricavi da partecipazioni alle manifestazioni Uefa. I primi 6 milioni da versare per intero senza alcuno sconto e i restanti 14 con la condizionale, da versare solo in caso di mancato rispetto del SA. Stesso discorso per i giallorossi, con cifre diverse: 6 milioni totali, di cui 4 con la condizionale.

 

Il terzo paletto imposto è stato quello delle limitazioni alla Lista A per le competizioni Uefa. I due club hanno accettato tale limitazione. Iscrivibili quindi 21 (Inter) e 22(Roma) giocatori, rispetto ai classici 25. Restrizione cancellabile in tutto o in parte nel corso del triennio in caso di raggiungimento parziale dei primi obiettivi economico-finanziari del SA.

 

Limiti anche al calciomercato: il saldo di calciomercato deve essere pari o positivo senza contare formule alternative come prestiti con diritto o obbligo di riscatto (la cifra viene conteggiata tutta immediatamente ai fini della quantificazione del saldo di mercato). In caso contrario, i giocatori acquistati non potranno far parte della lista Uefa. L’Inter lo scorso anno non poté infatti inserire nella lista per l’Europa League Gabigol, Joao Mario, Kondogbia e Jovetic per questi motivi. Caso concreto: se il Milan vorrà inserire in lista Uefa un nuovo attaccante pagato 40 milioni, dovrà aver venduto uno o più giocatori presenti nella lista Uefa dell’ultima stagione, per la medesima cifra.

 

Ultima clausola. Con il SA i due club si sono impegnati anche a ridurre in maniera graduale il costo del personale (in particolare alla voce monte stipendi per giocatori e staff tecnico) e allo stesso modo a contenere l'impatto del peso degli ammortamenti per l'acquisto di nuovi calciatori.

 

Sanzioni, vincoli, paletti che probabilmente subirà presto anche il Milan, che condizioneranno il mercato e la gestione economica e finanziaria. Ma guai a non rispettare l’accordo firmato con l’Uefa. l rischio è incorrere nelle sanzioni più dure che possono arrivare (ed è successo in 15 casi) fino all'esclusione dalle coppe europee ed il blocco totale del calciomercato.

 

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