Mirabelli

 

Sul filo del rasoio

Il giudizio su Mirabelli viaggia su una linea sottile tra la positività del rinnovamento messo in atto in estate e la negatività sul rendimento di alcuni giocatori. Ma non solo...

 

Questo articolo potrebbe essere facile da scrivere se chi vi scrive, decidesse di iniziare di punto in bianco un percorso basato su tutti i flop che la nuova dirigenza rossonera ha collezionato in questa stagione, ma non lo farà. E non lo farà non solo perchè a troppo a cuore il Milan, ma che perchè sentenziare un dirigente dopo soli 13 mesi è un qualcosa che non fa parte del carattere di chi vi scrive queste parole.

Però, ed ovviamente c'è un però, cercheremo di guardare in modo più razionale possibile quali sono stati i pregi e i difetti di Mirabelli nel suo lavoro fin qui fatto al Milan. Sarebbe infatti stupido dire che tutto il lavoro fatto dal DS del Milan è stato inutile o infruttuoso. Nel corso dell'estate sono state fatte delle scelte su determinati giocatori che possiamo definire azzeccate: basti pensare a Bonucci, Biglia, Kessie o Cahalnoglu per intenderci; giocatori o già affermati o in rampa di lancio in grado di aumentare il tuo tasso tecnico e qualitativo all'interno del rettangolo di gioco. Certo questo non è avvenuto in maniera costante durante tutto l'arco della stagione, ma è innegabile che soprattutto questi due giocatori nel prossimo futuro rossonero, diventeranno due pietre cardini del Milan. Ed è su questi presupposti che forse si andrebbe ad aggiungere il fatto che specialmente sul turco, Rino Gattuso abbia avuto un merito fondamentale nel suo percorso di crescita; un Rino Gattuso chiamato proprio a metà stagione da Mirabelli in un tragico momento della stagione per il Milan. Ed è altrettanto innegabile quanto anche questa scelta sia stata azzeccata, non tanto per il nome, quanto poi per i risultati che ha portato. Una scelta contro tutto e tutti, che è stata vista con grandissimo scettiscismo da parte della maggioranza dei tifosi rossoneri e non solo, ma che invece sta dando ragione all' ex Responsabile dello scouting dell'Inter. 

Già lo scouting. E' sempre stata la passione e il lavoro di Mirabelli, soprattutto quando si è affacciato al grande calcio. In fondo se ci pensiamo, come detto anche in precedenza, dal punto di vista dei giovani, il suo operato in questi mesi è stato positivo. Ha creato una base di giocatori, futuribili campioni in alcuni casi, in grado sulla carta di riportare il Milan almeno di nuovo in Champions League. Ed è proprio su questo che, a mente fredda, viene da pensare a quello che poi è successo non appena Mirabelli ha avuto la necessità di rivolgersi a profili più esperti. Tralasciando Biglia e Bonucci, tutti gli obiettivi "senior" della scorsa estate non sono arrivati a Milano; e anzi chi è arrivato, ha clamorosamente toppato (vedi Kalinic). Certo, insieme al croato, non si può non ricordare anche il flop di Andrè Silva; una combo devastante per le casse rossonere che è costata quasi settanta milioni. E questo è chiaramente uno dei demeriti del nuovo DS rossonero: non essere riuscito a portare a casa ulteriori profili di alto livello nei ruoli cardine della squadra; una lacuna che probabilmente, vedendo anche la residua proficuità dell'attacco rossonero, ci è costato il quarto posto. Quindi è ovvio che c'è da chiedersi se mirabelli sia in gradi di fare il Dirigente di una squadra così importante, o sarebbe meglio che fosse affiancato da qualcuno più esperto. Così come è chiaro che il possibile sesto posto rimane un brodino dal quale ripartire in attesa che si prendano delle nette decisioni in estate, per cercare di non fallire determinate scelte. 

Poi si sa che nessuno nasce già con l'esperienza ventennale da dirigente sportivo; ed è per questo che, ancora una volta, il monito a non sbagliare determinate scelte in seno alla squadra della prossima stagione, deve diventare un mantra assoluto per il buon Massimiliano. Perchè la storia di Montella è lì bella presente come esperienza vissuta e recente. In fondo capiamoci: Montella ha portato Kalinic, per dirne una. Ora non per demonizzare il croato che rimane un buonissimo giocatore, ma era per sottolineare il fatto che una società non deve farsi trasportare dal tecnico del momento; soprattutto quando non crede fermamente in lui. Più una società è forte, e maggiore sarà la credibilità anche in sede di mercato.

Ecco perchè sarebbe un bene parlare di meno e agire meglio, solo e soltanto per il bene del Milan; magari aspettando un altro anno per vedere se lui, Massimiliano Mirabelli, sia in grado di gestire anche una campagna acquisti di alto profilo.

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