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Berlusconeide capitolo 12° (IV)

 

L'arrivo di Allegri e lo scudetto di Ibra (quarta parte)

 

La svolta invocata arriva qualche giorno dopo. A Bari, in campionato, nasce il primo vero Milan di Allegri.
L'allenatore sceglie 3 mediani più Seedorf a trequarti.
Da quel momento il suo Milan, anche per ragioni di contingenza, non vedrà più Pirlo e Seedorf assieme in campo, marchio di fabbrica assoluto dell'era Ancelotti.
Inizia l'ibrahizzazione della squadra che piano piano conquista la testa della classifica, vince il derby e chiude a Natale con un buon vantaggio sulla seconda.
Boateng diventa il trequartista atipico, Robinho seconda punta che non dà riferimenti, centrocampo coriaceo con 3 giocatori di sostanza. Il gioco non parte più dal play basso bensì dai piedi sapienti di Nesta e Thiago Silva.

Non sembra un campionato complicato ma, forse l'assenza di rivali, rilassa un po' troppo il Milan.
Di certo, l'uscita dalla Champions League contro il non irresistibile Totthenam, non favorisce l'autostima del giocatori. Il Milan tra andata e ritorno, tirerà in porta soltanto 4 volte. E' una vera e propria bocciatura europea per il primo Milan di Allegri.
E, piano piano, anche in campionato qualcosa incomincia a non andare per il verso giusto.

Siamo a marzo, lo scudetto appare una formalità nonostante il recupero in classifica dell'Inter, da poco allenata proprio da Leonardo. Moratti infatti gli ha offerto la panchina nerazzurra su un piatto d'argento il giorno prima di Natale, in seguito alle dimissioni/esonero di Benitez.
In molti hanno scritto che Leo avrebbe accettato quella panchina solo per dispetto a Berlusconi. La verità non la conosciamo ma è indubbio che i rapporti frantumati fra i due possano aver avuto un peso in quella scelta.
Ibra, però, è stanco, molto stanco dopo una stagione emotivamente intensissima per lui ed inizia un periodo di involuzione, con qualche espulsione forse evitabile e con un rendimento non all'altezza.
Inizia a manifestarsi l'inadeguatezza del Milan coi 3 mediani che, senza Ibra, perde significato.

Col Bari in casa ed a Palermo, il Milan fa solo un punto e l'Inter accorcia a meno 2. Tutti iniziano a parlare si sorpasso, di magliette pronte, di poster. Il clima è teso.
Quel Milan, senza Ibra, ha bisogno di un cambio di marcia tecnico. Allegri, dopo qualche battuta a vuoto, prima del derby capisce che quella squadra ha bisogno di una bussola tecnica in mezzo al campo. Esce Flamini, entra Seedorf. Su questo cambio si decide la stagione.
Il Milan vince il derby 3-0, doppietta di Pato e rigore di Cassano, e, per tutti i milanisti, quel derby diventa la rivincita contro il “traditore” Leonardo.

Da quel momento il cammino è tutto in discesa. Clarence Seedorf diventa l'uomo tecnico di riferimento di quel Milan e la sua figura è fondamentale nella conquista di quel titolo.
Giocatore discusso e forse discutibile, ma capace come pochi di orientare e determinare in meglio il gioco di una squadra. Un re del centrocampo.

A Roma, dopo uno 0-0 non troppo sofferto contro la Roma, il Milan ritorna campione d'Italia dopo ben 7 anni di astinenza.
Per Allegri è il primo titolo, che bisserà qualche mese dopo in quel di Pechino, conquistando la Supercoppa italiana contro l'Inter di Gasperini.
Sembra un Milan pronto ad aprire un nuovo ciclo, ma dietro l'angolo si nascondono nuove insidie e qualche problema finanziario che il club deve ormai decidersi ad affrontare. Quello che sta luccicando non è tutto oro, nonostante per i tifosi rossoneri, nell'estate 2011 , la riconquista del campionato appaia quasi come una formalità.
Ma nel calcio non c'è nulla di scontato e quando ci si sente troppo sicuri il destino presenta sempre un conto molto pesante.
Il Milan comunque festeggia e si gode le luci della ribalta.

L'estate 2011 è finalmente un'estate di festa per il popolo milanista. Una festa meritata dopo un periodo sofferto, un momento in cui i sogni e le fantasie trovano spazio e ragione.

 

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