fassone mirabelli

 

Gossipparo o giornalista?

 

Mirabelli, due punti di vista. Uno si limita a riportare, l'altro ci dice la sua

 

Fare giornalismo è (o dovrebbe) essere una cosa seria.
Il giornalista dovrebbe dire la sua in merito ad una notizia (giusta o sbagliata) che circola e non riprendere voci ricamandoci su tendando di nascondere un mero copia/incolla che non dice nulla.
Sull'argomento Mirabelli, proponiamo due punti di vista giornalistici.
A voi decidere chi è il gossipparo e chi, invece, fa il suo mestiere di giornalista.

Daniele Longo:
"Massimiliano Mirabelli sta attraversando il  periodo più difficile da quando ha assunto l'incarico di direttore dell'area tecnica del Milan. Le indiscrezioni sul suo futuro hanno una radice più profonda e, forse, anche inaspettata. Secondo quanto appreso da calciomercato.com, da qualche mese è sceso il gelo con l'amministratore delegato Marco Fassone. L'uomo che lo aveva scelto in tempi non sospetti, affidandogli un incarico determinante in uno dei club più importanti al mondo, per via di una  grande competenza tecnica dimostrata negli anni vissuti insieme all'Inter.
Coesi, rapidi e incisivi sul mercato la scorsa estate. Una coppia che aveva entusiasmato i tantissimi tifosi del Milan sparsi in Italia e in Europa. Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, due nomi che segnavano una rottura forte con il passato. Qualcosa però negli ultimi mesi non è andato nel verso giusto. Questione di vedute diverse sulla gestione dei rapporti con gli agenti, specialmente con Mino Raiola.  I due non si parlano quasi più, il rapporto è ridotto ai minimi termini nonostante il vertice di ieri a Milanello con l'allenatore.  Anche sulle ultime strategie di mercato non si è registrata una grande comunione d'intenti, con diversi giocatori sedotti e poi abbandonati per imposizioni che arrivavano dall'alto. Mirabelli non va quasi più a Casa Milan, dove fino a poco tempo fa era praticamente di casa.
Nonostante sia stata costruita una buona base, mischiata con qualche errore specie in attacco, la stagione del Milan non può essere considerata soddisfacente per la proprietà che sta riflettendo sulla carica di direttore sportivo. Qualora questa spaccatura non venisse rimarginata, allora potrebbe arrivare un ribaltone clamoroso dopo un solo anno di gestione da parte dei cinesi. Da Giuntoli a Sabatini, sono tanti i profili che sono stati sondati nelle ultime settimane. Il Milan è a un bivio, tra sesto posto e coppa Italia da conquistare e un possibile riassetto societario".

Mauro Suma:
"Senza alcun tipo di personalizzazione, sia perchè non abbiamo voglia di subire i soliti processi alle intenzioni ma soprattutto perchè i professionisti meritano valutazioni e non commiserazioni. Ma, proprio e sempre senza personalizzazioni, un processo costruito contro il responsabile di un'area tecnica si presuppone abbia un fondamento tecnico.
Eppure la sconfitta, brutta, pessima, umiliante, da andare a nascondersi, contro il Benevento, non è stato un problema tecnico. Può essere stato il problema di una squadra scarica sul piano mentale, il problema di una sottovalutazione dell'impegno.
Ma il problema tecnico devi andare a vederlo sul medio periodo e se lo analizzi scopri che, nel girone di ritorno, con l'allenatore scelto e individuato dal direttore sotto processo, il Milan ha battuto Lazio, Sampdoria e Roma e se l'è giocata contro Juventus, Inter e Napoli. Il Milan ha perso punti contro Benevento e Sassuolo, squadre delle quali tecnicamente è più forte.
Che non sia quindi un problema tecnico? Che sia invece personale? Di rapporti? Perchè è bizzarro che venga proposto per il Milan il ds che ha appena dovuto togliersi dall'imbarazzo di aver ceduto Salah a "quel" prezzo e che ha acquistato Schick (1 gol in campionato e 1 in coppa Italia) allo stesso prezzo con cui è stato acquistato Andrè Silva (2 gol in campionato e 8 in Europa League).
La sconfitta con il Benevento è stata il pretesto per cercare di distruggere professionalmente Massimiliano Mirabelli, non per fare normali rilievi critici che, come sempre in casi del genere, possono far parte del gioco.
Il problema vero è che Mirabelli non gode dell'immunità. La stessa magari che hanno i ds di grandi squadre che non hanno mai centrato la qualificazione Champions League (sarà la volta buona quest'anno? Vedremo...) negli ultimi cinque anni e che non hanno mai ricevuto una critica che fosse una.
Qui non è il caso di essere ruffiani (qualche succhiaruote pagherebbe per esserlo ormai da anni nell'ombra e oggi alla luce del sole, ma tra fondamentali improbabili e ossessioni incurabili diventa sempre più dura) o di fare inutili beatificazioni. Ma di essere cronisti corretti. Mirabelli è al primo anno di un grande club.
Il direttore Marotta che abbiamo sempre rispettato e che continueremo a rispettare, al suo primo anno di Juve ha preso: Motta, Rinaudo, Traorè, Krasic e Martinez. Cose che capitano a tutti dunque, ma pur sempre giocatori che hanno perso valore in men che non si dica e che forse oggi non giocano nemmeno più a calcio, mentre così non è e non sarà per la nuova rosa rossonera di quest'anno proiettata nel futuro. Ma attenzione: in quell'anno pre settimo posto, Marotta prese anche Bonucci e riuscì a tenerselo dimostrando che non era tutto da buttare e Tiago, il classico caso di giocatore che fa fatica in una stagione difficile (Andrè Silva?) ma che poi se sbologni ti mordi le mani visto che può accadere, come nel caso del centrocampista portoghese, di vederlo protagonista di una finale di Champions League e in panchina nella finale di due anni dopo.
Il Milan oggi ha, a livello di campo e di mercato, una base tecnica su cui continuare a costruire, una carne fresca che può essere ulteriormente rivitalizzata dal finale di stagione. Ma anche dal Mondiale. E sia ben chiaro, se siete arrivati fin qui e avete letto tutto con pazienza, è utile sapere che le cose che pensiamo non sono pro domo sua, nostra o di chicchessia. Ma come sempre pro domo Milan.
A proposito, al riguardo tengano bene la guardia alta i tifosi rossoneri: fra poco ci saranno due squadre a giocarsi la finale di coppa Italia. Per una sarà un grande traguardo, per l'altra sarà una coppetta. E' qui che i milanisti devono essere attenti e scafati, senza troppe tafazzate. Nella speranza che, poi, in estate, un anno dopo aver aperto il fascicolo, quest'anno possa anche essere pagata effettivamente la commissione. Hai visto mai?"

Chi segue Milan Day, conosce bene l'amicizia che ci lega con uno dei due giornalisti citati e, pertanto, non esprimiamo la nostra opinione.
A chi legge, l'ardua sentenza: "Chi è Il gossipparo e chi il realista?".

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