L'uomo del miracolo Carpi
Cristiano Giuntoli, uno abituato a far tutto
Mirabelli traballa e a fine stagione potrebbe anche lasciare vuoto il posto di Direttore dell'Area Tecnica rossonera o quantomeno essere affiancato da qualcuno che conosca il mestiere meglio di lui. Le lacune di Mirabelli non possone essere riconosciute in fase di acquisto o cessione di questo o quel giocatore, visto che ha dovuto seguire il mandato di una strategia societaria, ma ha avuto parecchie pecche proprio a livello di gestione e di comunicazione nell'interpretare un compito per lui tutto nuovo.
Nel caso dunque in cui la società rossonera decida di rivedere il proprio organigramma, la figura di Cristiano Giuntoli, potrebbe essere seriamente valutata. Inizia da lontano la storia di Giuntoli, uno che non ha avuto un grande passato da calciatore e che non appena appese le scarpe al chiodo ha cominciato a studiare per diventare un dirigente 'top'. Idee rivoluzionarie quelle del 46enne fiorentino 'doc' che deve la sua esplosione a livello managriale alla straordinaria risalita del Carpi che dai Dilettanti arriva alla Serie A. Dopo una breve parentesi a La Spezia con annessa promozione in B, approda al Carpi nel 2009 prima come collaboratore del direttore sportivo Giandomenico Costi. Poco tempo dopo, nell'Ottobre dello stesso anno, il presidente del club emiliano Bonacini lo promuove come direttore sportivo in carica; in tale ruolo il dirigente fiorentino asseconda la "rifondazione" voluta da Bonacini, sperimentando mirate politiche di calciomercato che vedono maggiormente l'acquisizione di giocatori giovani emergenti e poco conosciuti. Qualche nome? Kevin Lasagna preso con appena 75.000 dalla Governolese in Promozione o Jerry Mbakogu preso a parametro zero dal Padova appena fallito o Riccardo Gagliolo, che prima di arrivare in Emilia voleva addirittura smettere col calcio giocato.
Ma Giuntoli come detto è un rivoluzionario e il suo lavoro non si ferma alla scelta di questo o quel calciatore. Nel 2012 prbabilmente fa la mossa decisiva che permetterà al Carpi di fare il doppio salto nel giro di tre anni. All’Inter arriva Stramaccioni, che come spesso accade porta con sé il proprio staff. Tra quelli che restano senza squadra c’è Andrea Nuti, preparatore atletico che ha lavorato con José Mourinho nella mitica stagione del Triplete. Nuti è anche ex quattrocentista olimpionico: diciamo che del suo lavoro ne sa. Giuntoli lo convince a scendere di due categorie, per preparare la sua squadra a reggere carichi di lavoro più pesanti e sa che a Carpi c’è l’ambiente giusto per lavorare. Nel frattempo frequenta Coverciano e non solo perché è toscano: qui prende il patentino B da allenatore. Si laurea a Firenze, all’Isef. Da qui, ecco l’importanza di parte atletica e alimentazione. Dei calciatori controlla tutto, da come si allenano a cosa e dove mangiano. Qualcuno dice che metta bocca persino su come regolare l’erba del campo di allenamento.
Nel 2015 dopo la promozione in A degli emiliani fa il salto di qualità diventando direttore sportivo del Napoli in combo con l'arrivo di Maurizio Sarri con cui condivide l’attaccamento al lavoro, con l'obiettivo di un sogno chiamato Scudetto.