Liverpool

 

E' ora di dire basta

L'episodio di Liverpool è l'ultimo di una lunga serie che non sembra voler terminare.

 

La faccenda di Liverpool è solo l'unico episodio di una striscia ormai infinita di violenza fuori e all'interno degli stadi di tutto il mondo, che non sembra voler avere davvero fine. Iniziare questo articolo fingendomi il giustiziere della notte nei confronti di quei due delinquenti italiani che hanno ridotto in coma il tifoso reds, sarebbe fin troppo facile, ma anche inopportuno visto che ci sono delle indagini in corso. Indagini partite da un dato; e cioè che i due ragazzi non verrano incolpati di tentato omicidio dalla polizia britannica. Un aspetto che forse deve far riflettere anche sulle dinamiche dell'accaduto, e che mi porta a fare delle valutazioni che vanno a prescindere dalla tipologia di accusa con la quale i due tifosi giallorossi verranno incolpati dalla giustizia d'Oltremanica.

La prima considerazione che mi viene in mente, è che il sistema calcio, in accordo con le autorità nazionali ed extranazionali, dovrebbe iniziare ad apportare una seria politica di scioglimento unilaterale dei gruppi ultras. Certo, avete capito bene: l'Italia, così come l'Europa e il mondo intero possono benissimo fare a meno degli ultras. Questi gruppi organizzati ormai sono diventati da tempo un serio pericolo per questo sport, perchè hanno introdotto la violenza nei confronti di ultras di altre squadre e nei confronti delle Forze del'ordine, e sistemi intimidatori nei confronti della squadra per cui si tifa: due facce della stessa medaglia. Il loro apporto nel mondo del calcio si mischia molte volte, come avviene spesso in Italia, con la criminalità organizzata, che a sua volta poi si infiltra nel mondo del calcio attraverso il bagarinaggio dei biglietti e il traffico di stupefacenti, mettendo sotto ricatto i Club. Ecco perchè, questo tipo di associazioni andrebbero sciolte una volta per tutte, salvaguardando invece l'associazionismo sano che riempie lo stadio con i striscioni di appartenenza al Club, e che deve fare riferimento al Centro Coordinamento dei Club di tifosi; il quale dovrebbe far riferimento diretto alla Società. Solo così si potrà salvaguardare il mondo del calcio dalla violenza, dalla politica e dal sistema mafioso che ormai ha preso possesso di quasi tutte le curve. Molto, molto meglio avere uno stadio più "piatto" e senza particolari coerografie, piuttosto che usare questo pretesto per giustificare l'aberrante modus operandi che il mondo ultras si professa di attuare all'interno di un impianto che dovrebbe invece ospitare molte più famiglie.  

La seconda considerazione invece la vorrei porre sulle società. Ora, che sistema è quello in cui per colpa di due delinquenti che tifano una Società X (in questo caso la Roma), debbano far pagare al Club per cui tifano, le loro malefatte? C'è in questo ragionamento un cortocircuito mentale spaventoso: come può il Club in trasferta controllare ogni suo tifoso presente nelle vicinanze o all'intero dello Stadio? Non doveva essere il Club che giocava in casa (in questo caso il Liverpool) ad occuparsi, in accordo con la polizia inglese, della sicurezza pubblica all'interno e all'esterno di Anfield? Piuttosto, se c'è stata davvero qualche mancanza nell'apparato di sicurezza, è giusto che sia il Liverpool a pagare le colpe della propria inefficienza; così come, ovviamente, bisognerà risalire alle responsabilità, ben più gravi, della polizia (intervenuta tardi e male).

Ecco dunque che ci ritroviamo a riparlare di un argomento del quale si è detto e ridetto tutto e il contrario di tutto; ma che putroppo non sembra avere soluzione, almeno per chi governa il mondo del calcio e non solo.

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