Ripensare il Milan
Per uscire dal pantano serve uno sforzo di analisi, non il classico dividersi pro o contro qualcuno
Si assiste da tempo ad un fenomeno molto singolare. Il Milan, nel senso più ampio e sacrale della sua concezione, pare non esistere più. La discussione ormai è fra mirabelliani ed antimirabelliani, come se l'attuale responsabile dell'area tecnica rossonere fosse il centro del problema. A mio giudizio personale, Mirabelli è solo una parte del problema. Mi sono permesso di esporre sul tema la mia posizione qualche giorno fa, spiegando come l'accentramento dei poteri relativi alla parte tecnica in un solo soggetto, non sia quasi mai una buona scelta perchè il dirigente in questione deve svolgere un lavoro massacrante, non solo riferito al mercato ma anche e soprattutto alla gestione della squadra nell'arco della stagione.
Il punto quindi, a mio avviso, non è Mirabelli bensì la struttura societaria che dovrebbe comunque essere rivista secondo criteri diversi. Se hai un amministratore delegato che non si occupa di campo (tale è Marco Fassone), sarebbe preferibile avere almeno due dirigenti che si dividano la parte sportiva del club. Un direttore tecnico ed un direttore sportivo. L'accentramento delle funzioni in una unica posizione (il responsabile dell'area tecnica) rischia di essere quasi sempre un grave errore concettuale.Il Milan può fare qualcosa per uscire da questo pantano? Certamente si. Può magari ripensare più razionalmente la sua struttura societaria e può iniziare ad analizzare con intelligenza i limiti della campagna acquisti della scorsa estate. La linea tecnica dietro la costruzione della squadra è stata, a mio giudizio, troppo fumosa. Mancano giocatori in grado di dare cambio di passo e ritmi alti sulla trequarti offensiva. Non a caso, contro difese chiuse, il Milan tende a soffrire.
Analizzare i problemi è l'unico modo per venirne fuori. Più semplice però per molti dividersi fra mirabelliani ed antimirabelliani. In fondo richiede uno sforzo decisamente minore.
