Kalinic, Silva, Cutrone

 

Tre punte, pochi gol: le vere cause

 

Kalinic, Cutrone e Silva hanno qualità ma sono male assortiti fra loro. Si trovano in una squadra non adatta a valorizzarli

 

Quattordici gol. Sono le reti realizzate dalle punte rossonere in campionato in 34 partite. Sette le ha segnate Cutrone, cinque Kalinic, soltanto due Andrè Silva.Quattordici gol. Sono le reti realizzate dalle punte rossonere in campionato in 34 partite. Sette le ha segnate Cutrone, cinque Kalinic, soltanto due Andrè Silva.

Questo numero, in sè, spiega già molte delle difficoltà del Milan; non tutte però, dato che ridurre i limiti offensivi della squadra rossonera al solo reparto punte centrali, sarebbe una operazione intellettualmente poco onesta.

A mio personale avviso, il Milan non ha tre punte modeste. Tutt'altro. Si tratta di tre giocatori interessanti e con valori da esprimere.

L'errore è stato l'assortimento dell'attacco milanista, sia sul piano strettamente numerico, sia sul piano delle caratteristiche dei giocatori in organico.

Innanzitutto il numero: avere tre centravanti per un solo ruolo può indubbiamente essere un vantaggio se hai una rosa di giocatori abbondante.

Smette di essere un vantaggio e diventa un limite se, a fronte di tre punte, altri ruoli fondamentali per lo sviluppo del gioco sono stati completamente trascurati (mezzali) oppure colpevolmente lasciati vuoti (esterno sinistro offensivo).

Kalinic è un attaccante completo tecnicamente ma non particolarmente adatto a fare il finalizzatore principe di una squadra. Rende se attorno ha giocatori bravi ad attaccare gli spazi ed a giocare senza palla.

Nel Milan attuale l'unico elemento che ha queste caratteristiche nella trequarti è Jack Bonaventura. Questo gap dinamico penalizza Kalinic che è più portato ai movimenti d'incontro rispetto a quelli di profondità.

Andrè Silva e Cutrone invece sono lati non perfetti di una stessa medaglia. Il portoghese ha talento, ma non ha rabbia agonistica; il ragazzo venuto dal vivaio eccelle nel veleno ma è ancora da formare sul piano tecnico.

Entrambi tuttavia hanno un limite importante: non sanno giocare, per ragioni diverse, spalle alla porta. Questo penalizza il gioco di una squadra che sviluppa la sua manovra in modo perimetrale.

Le tre punte del Milan quindi vivono in un contesto tecnico che li penalizza. In questa situazione emergono più i loro limiti che le loro qualità. Il problema pertanto non è il singolo giocatore bensì la linea tecnica dietro la costruzione della squadra.

 

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