fassone

 

La diversità (mediatica) del Milan

 

Garanzie UEFA, procuratori, Buffon e Gigio. Di tutto un po' sul Diavolo

 

Per mesi la panacea di tutti i mali del Milan è stata il rifinanziamento del debito: atteso, invocato, additato come il giorno del giudizio, il redde rationem. Dopo Nyon, ci è capitato di sentire da qualche parte che nemmeno il rifinanziamento, per il quale torna l'ottimismo anche direttamente dalla Cina (cit.) per il reperimento delle risorse, va più bene. Bisogna iniziare ad abbattere il debito, non solo a rifinanziarlo. Sì, certo, magari domani mattina già che ci siamo...L'ansia di ruminare nuovi scenari da tregenda sul Milan porta il mondo mediatico a contraddire se stesso in men che non si dica. Lo si è notato anche ieri, dove in un click si sosteneva, dopo le dichiarazioni dell'ad rossonero Marco Fassone da Nyon, che il Milan "è a posto così, al massimo uno entra uno esce" e nell'altro che lo stesso Milan, non un fratello o un lontano parente ma lo stesso Milan, era stato "beffato" dal Liverpool per la corsa milionaria a Dani Ceballos, talento giovane del Real Madrid. Delle due l'una, tutte e due anche no. In ogni caso il club rossonero è entrato nell'era del Settlement, la stessa alla quale sono sopravvissute Inter e Roma, un regime che non ti mette le mani in tasca, che vuole vedere subito una reazione morigerata ai paletti di mercato e che nel peggiore dei casi produce mercati autofinanziati. Normale, che pochi passi al di fuori della casa dell'Uefa, Marco Fassone abbia usato concetti rispettosi di queste procedure ufficiali (due-tre innesti in entrata e due-tre in uscita) e altrettanto normale che, anche se in maniera un po' brusca come nello stile genuino del personaggio, Rino Gattuso sia rimasto ancorato ai concetti di campo e di costruzione della rosa della prossima stagione condivisi sia con l'alta dirigenza societaria che con il direttore Massimiliano Mirabelli. In ogni caso, in attesa degli sviluppi concreti che si potranno vedere e toccare con mano solo nel corso dell'estate, da ieri l'Uefa ha la sua garanzia anche sul fronte Milan. Quella parolina magica che tutto sistema e tutto mette a tacere. Non sono sei lettere, ma sette. Persino una in più. Se le sei lettere bastano a spiegare un presidente non proprietario che resta per mancanza di buonuscita e un direttore sportivo che va via non si sa bene perchè e non si sa bene come, le sette lettere di Elliott (potentato economico pronto a garantire qualsiasi cosa in qualsiasi caso) saranno pur sufficienti per spiegare un presidente che ottempera a tutti gli aumenti di capitale e che sembra pronto ad affrontare anche eventualmente in proprio la pratica decisiva del rifinanziamento... O no...

Non sarà sfuggito agli osservatori più attenti il report pubblicato lunedì sulle spese per le commissioni agli agenti e ai procuratori sostenute nell'anno solare 2017 dai Club italiani. Fra il quali naturalmente il Milan che ha fatto una bandiera dell'abbattimento degli scivoli (gli incentivi ai giocatori in uscita) e della decisione di limitare le commissioni stesse al cinque per cento previsto da regolamento. Nessuno, alla luce di queste premesse, ha attaccato il Milan che ha speso 21 milioni di euro, sia con il mercato invernale della gestione societaria Berlusconi, che con quello estivo (tanti i movimenti) della nuova dirigenza. Un processino per predicare bene e razzolare male, dopo tanti altri fatti per più futili motivi, lo si poteva anche imbastire suvvia. Ma non lo si è fatto, nessuno ci ha pensato. Perchè? Forse perchè anche in questo caso il Milan ha fatto fronte a quanto dovuto pagando regolarmente le commissioni, magari anche in anticipo come quella rata di Andrè Silva di cui parlò Rino Gattuso in conferenza a Milanello lo scorso 7 marzo? O forse perchè si sarebbe dovuto approfondire e magari andare a vedere che ci sono grandi club che spendono sette volte meno del Milan in termini di commissioni...? Fonte di spesa che, stando al report, il Milan non dilaziona e non rateizza, non rinvia e non procrastina...

Il calcio italiano è uscito abbastanza brutalizzato da Madrid: violato, fottuto, forse addirittura stuprato, certamente immondiziato, patatinato e insensibile. Ma in tutto questo non c'è stata una marcia indietro da parte di nessuno. Nemmeno un tentativo anche minimo di assorbire, di attutire. Insomma, di ragionare a mente fredda, a ragion veduta, magari anche, hai visto mai, di scusarsi. Ma assolutamente no, niente di tutto questo. L'unico che ha dovuto scusarsi, dopo un caso globale in cui si è detto tutto e il contrario di tutto, è stato Gigio Donnarumma. Aveva straziato qualcuno? No, aveva sfottuto lo zio in un video privato diventato malauguratamente pubblico. Minacce infami, accuse ignominiose. E un ragazzo di 19 anni che prende faccia e Facebook e spiega con parole dolci, adeguate e misurate. Perchè ama la sua terra e non vuole baciarla da estraneo la prossima volta che capiterà. Ecco cos'è il calcio social e mediatico di oggi. Frasi choc che restano, sfottò innocenti che devono invece essere lavati col sangue.  Spiace per Gigio, spiace per noi, spiace per tutti.

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.