Kalinic

 

I numeri della sterilità offensiva rossonera

 

Per la prima volta dopo 32 anni, il Milan rischia di chiudere la stagione senza un giocatore in doppia cifra

 

 

La sterilità offensiva è un problema che ci portiamo appresso da troppo tempo e che ha cause molto radicate. Nella scorsa stagione i gol totali in campionato furono 57 e la necessità stringente della squadra era quella di alzare il numero delle segnature. Oggi sono 44 i gol a 5 giornate dalla fine. Salvo scossoni, il dato dovrebbe essere quindi in peggioramento. Con una singolare particolarità: il giocatore che ha realizzato più reti in campionato in questo Milan è Cutrone con 7 gol. Poi vengono Bonaventura e Suso con 6 reti. Se nelle ultime giornate questi due giocatori non avranno una illuminazione, il Milan chiuderà la stagione senza un giocatore in doppia cifra in campionato. Non accade da 32 anni, stagione 1985-86. Era il Milan appena rilevato da Silvio Berlusconi ed in quella stagione in miglior marcatore in Serie A fu Mark Hateley con 8 reti. Altro calcio, calcio antico per usare una definizione più corretta. Nell'era moderna non era mai capitato e questo dato riflette in maniera perfetta il concetto di sterilità offensiva che attanaglia la squadra rossonera.

Quando segni poco, rischi poi di pagare a caro prezzo ogni minimo errore. E' una regola vecchissima del calcio, cui fece eccezione soltanto il Milan di Fabio Capello della stagione 1993-94, che riuscì a vincere il campionato pur avendo un reparto offensivo che segnava col contagocce. Merito di una difesa che, ancora oggi, viene ricordata e fa parte della storia del calcio. Ripartire da una nuova dimensione del reparto offensivo del Milan mi pare doveroso in estate. Non c'è altra via. La trequarti milanista va ripensata integralmente. Si tratta dell'esigenza maggiore e più improcrastinabile che riguarda il Milan. A costo di qualsiasi sacrificio.

 

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