Gattuso

 

Poco coraggio o scelte obbligate?

 

In rare occasioni il Mister ha deciso di variare l'assetto tattico in maniera importante e i motivi sono abbastanza intuitivi

 

 

Uno dei grandi meriti di Rino Gattuso è stato quello di dare una fisionomia ben precisa alla sua squadra, puntando ed insistendo su un undici titolare che porta a poche varianti. Forse l’unico ballottaggio ha riguardato solo il ruolo dell’attaccante centrale: Cutrone e Kalinic costantemente alternati, con Andre Silva di rincalzo. Il resto tutto ben definito: un 4-3-3 che solo raramente a gara in corso si è trasformato, per necessità, in un 3-4-3 o addirittura in un improbabile (e confusionario) 3-3-4. Milan equilibrato, con i due esterni (Suso e Calhanoglu) che spesso (a detta dello stesso Gattuso) sono impegnati in un dispendioso lavoro di copertura tra le linee che finisce per far perdere energie e lucidità in fase di finalizzazione.

Gli scontri con le grandi in questo girone di ritorno ci hanno restituito una squadra solida, che concede poco e che subisce poco gli avversari, ma spesso a scapito della sua prolificità offensiva. Una squadra con qualità, che però fa fatica a mettere il proprio attaccante in condizioni di battere a rete con continuità. Nonostante tutto difficilmente il nostro allenatore è ricorso alle due punte schierate contemporaneamente, se non in qualche spezzone di partita. Non si può, al proposito, non chiedersi se Gattuso difetti di coraggio e spregiudicatezza, preferendo puntare su equilibrio e rigore tattico. L’impressione è che si tratti di una situazione contingente, dettata dalle caratteristiche degli uomini a disposizione più che da convinzioni tecniche e tattiche dell’allenatore. Credo che molto dipenda dalla mancanza in rosa di un esterno forte, in grado di puntare con decisione la porta avversaria e che garantisca un adeguato numero di gol. Avere in rosa un uomo con queste caratteristiche permetterebbe al tecnico calabrese una serie di varianti tattiche in attacco che invece, di fatto, non esistono, tra cui liberare Suso dal ruolo di semplice esterno (se ricordate bene, proprio di questo Rino parlò nella sua primissima conferenza stampa il giorno dell’insediamento).

Rino ha messo in campo la formazione migliore, ha recuperato molti dei giocatori a disposizione, ha dato alla squadra una fisionomia ben precisa e gli ha dato una condizione atletica ottimale. C’era da rimettere in piedi una situazione che si era fatta complicata, c’era da recuperare punti e posizioni per non buttare via una stagione ed una campagna acquisti numerosa e dispendiosa. Gattuso ha centrato quasi tutti gli obiettivi, arrivando anche a giocarsi un trofeo importante (la coppa Italia) e sfiorando addirittura la riapertura della qualificazione in Champions. Lo ha fatto puntando tutto sulle forze e le alternative a disposizione, lasciando poco spazio ad esperimenti tattici o a fronzoli di vario tipo. La conferma sulla panchina rossonera gli permetterà di programmare con la dirigenza il Milan che verrà, studiandone i limiti, individuando soluzioni e soprattutto andando ad innestare in rosa quei giocatori che gli permetteranno di rafforzare la squadra e renderla maggiormente incisiva in fase di attacco, per rendere la “coperta corta” (sua citazione) un bel copriletto abbondante.

 

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