Cutrone

 

Ora o mai più

 

Il derby di domani vale tutto, per i giornali e per una buona parte della tifoseria. E se la corsa Champions non fosse mai esistita?

 

Ci siamo. Siamo nel pieno della vigilia di un Derby che il Milan giocherà in casa davanti al proprio pubblico, con l'obiettivo dichiarato di riaprire una corsa al treno europeo che conta il quale, dopo la sconfitta di Torino, ha preso le sembianze quasi di una forzatura della carta stampata (e dei media in generale), capace solo di tirare su e buttare giù squadre, allenatori, giocatori, in base al momento, senza fare il benché minimo ragionamento globale.

Già perché l'onestà intellettuale che mi contraddistingue, sin dall'inizio di questo momento positivo della squadra con Gattuso in panchina, mi ha portato a ragionare ad esempio sul fatto che, a prescindere poi dal risultato di classifica finale, il Milan aveva il sacrosanto dovere morale, materiale e tecnico, di riscattare lo scadentissimo girone di andata di un campionato che, da gennaio in poi, ha visto il Milan macinare punti e risultati. Ecco perché ogni tipo di discussione deve partire proprio da questo punto, senza includere discorsi euforici strampalati o catastrofici: l'equilibrato senso delle cose mi porta a dire molto semplicemente che il "peso" dell'handicap del girone di andata è stato ed è tuttora un macigno sul quale purtroppo la squadra di Gattuso, doveva, deve e dovrà fare i conti fino al termine della stagione. E specifico "squadra di Gattuso", perché parliamo sostanzialmente di squadre e in pratica stagioni completamente diverse, all'interno dello stesso campionato: la prima, quella guidata da Montella e da Gattuso fino alla sera del 26 Dicembre 2017 alla vigilia del Derby di Coppa, di certo non si può paragonare a quello che è il Milan ora. E come tale, partendo da questo discorso, c'è l'assoluto bisogno di iniziare a ragionare sui giudizi che si potrebbero dare nelle prossime ore.

Infatti, per quella che è al momento la situazione, pensare di fare discorsi clamorosi, pensando nella mente e nel cuore da tifoso, di poter vincere tutte le partite restanti e sperare in ulteriori débacle delle squadre che ci precedono in classifica, sarebbe, per quanto mi riguarda, intellettualmente poco onesto. Ecco perché, in questi mesi di grande euforia, ho preferito guardare ciò che accadeva partita per partita, senza crearmi complessi di sorta in base al calendario delle altre. Non ci sono tabelle o ragionamenti in questo senso: il Milan fattivamente non è mai stato in corsa per un posto nelle prime quattro ed al momento, anche se vincesse il Derby di domani, rimarrebbe comunque a cinque punti dall'Inter; una differenza notevole se pensiamo allo sforzo che Gattuso e i suoi uomini hanno dovuto compiere in questi mesi per cercare di fare più punti possibili. Inoltre, come già detto in precedenza, queste partite servono soprattutto a consolidare ciò che è stato costruito in questi tre mesi, specialmente in ottica futura; parlando ovviamente della prossima stagione, con due-tre acquisti importanti, questa squadra può davvero ritagliarsi uno spazio importante sia a livello nazionale che internazionale.

Poi chiaramente, essendo il primo a voler essere smentito nei fatti, se davvero in queste ultime settimane dovesse concretamente materializzarsi un ulteriore avvicinamento alla qualificazione in Champions League, in quel caso aumenteranno ancora di più i meriti di un allenatore che, arrivato tra lo scetticismo generale, ha rivoluzionato una squadra spenta nello spirito e nel gioco, e l'ha rivoltata come un calzino.

E questo, a prescindere dai risultati sportivi finali che arriveranno in questa stagione, nessuno potrà togliercelo.

 

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