milan

 

Il Milan è una stanza segreta

 

Puoi sopportare ogni cosa in quella stanza. Lì dentro sei invincibile. E quando tua moglie ti dice 'Dobbiamo parlare' è il momento di chiudersi la porta alle spalle...

 

Il Milan... Il Milan è una squadra di calcio, come ben sappiamo. Gioie e dolori, trionfi e tonfi, gloria e anonimato che si susseguono da ben 119 anni, dato che è la prima squadra di Milano.

Ma il Milan è di più, molto di più.

Il Milan è quell'angolo, quella stanza dove rifugiarsi quando tutto sembra volgere al peggio. E non importa se vince o se perde: nella tua stanza non può accadere nulla di irreparabile, l'aria è pulita, non fa freddo, non c'è caldo, aleggia solo serenità, silenzio, pace. E lì scappi spesso per cercare la quiete; tra quelle mura sei al sicuro e fuori può anche scatenarsi un uragano che a te non importa. Sei lì, sei inavvicinabile, sei invincibile.

Quando tua moglie, o la tua morosa, ti dice: 'Io e te dobbiamo parlare', innanzi tutto non devi prendere quelle parole alla lettera. Una donna usa il plurale maiestatis, sappilo, quindi significa 'Io parlo e tu ascolti'. Già il fatto che cominci con 'Io e te' dice tutto: per educazione bisognerebbe usare la formula 'Tu ed io' ma pronunciandola si potrebbe fraintendere 'Tu e Dio' e lei non vuole rinunciare al palcoscenico, per nulla al mondo.

'Adesso siediti su quella seggiola': così comincia una famosa canzone ed è quello che devi fare quando 'dovete parlare'.

Primo punto: non esagerare con 'Dimmi amore mio bello' o 'Sono tutt'orecchi, dolce cuore' che non serve a un cazzo se non a farle montare la rabbia.

Ti siedi e ascolti e basta.

Secondo punto: dato che dopo le prime 100 parole cominci a pensare ad altro, è importante dimostrarsi interessati. Occorre fissarla negli occhi ma attenzione! Non troppo a lungo e non troppo insistentemente o potrebbe interpretare i tuoi sguardi come una sfida e ciò causerebbe ulteriori danni.

Terzo punto: sei hai sete, non bere. Devi andare in bagno? Tienila. Ti fa prurito la caviglia? Sopporta. Ti devi sistemare il 'pacco'? Lascialo così com'è. Lo smartphone ti vibra nella tasca? Ignoralo, non rispondere; richiamerai più tardi se sarai ancora vivo.

Quarto punto: annuisci contrito quando senti un 'E tu che hai fatto? Eh? Eh?'. Lo stesso dicasi quando percepisci le seguenti parole: 'Insensibile', 'Maniaco', 'Porco', 'Menefreghista', 'Disordinato', 'Noioso', 'Mamma (la tua e la sua, non è il momento di fare distinzioni e non azzardarti a farne)', 'Ex (la tua; lei è una vergine santa uscita dal convento giusto in tempo per farti quel discorso)', 'Marca della tua auto', 'Cinema', 'Ristorante', 'Fiori' e, occhio, 'Amica'. Il termine 'Amica' solitamente si riferisce alla sua di amica; 8 volte su dieci costei è battagliera, vive la sua esistenza riflessa in quella di tua moglie perché è generalmente una frustrata che, perennemente in cerca del grande amore, cambia in continuazione accompagnatore, passando nel giro di 20 giorni da 'E' l'uomo giusto' a 'Figlio di puttana'. Lo so, lo so, eccome se lo so, avresti 'due cosette' da dire su quella stronza ma non devi sbilanciarti, non è quello il momento, sarebbe un gravissimo errore. Lo scopo di quella chiacchierata, per te uomo, è che finisca il prima possibile senza feriti; per lei, è di fare feriti, ricordatelo e non dimenticarlo mai.

Il primo segnale di allarme che ti suggerisce che stai inesorabilmente cedendo è che ti viene voglia di fare sesso; più la guardi e più la vorresti possedere. Può darsi che lei ci stia ma la manfrina riprenderebbe dopo e quindi sposteresti l'agonia a tot minuti più tardi. Il secondo avviso di pericolo te lo danno le palpebre, che si sono via via appesantite, complice la sete che manco un dromedario e quel ritmico fastidio nella zona genitale, zona divenuta ormai insensibile, morta, al punto che pensi che sia caduta come un ramo secco sotto una nevicata.

E qui, tra il sonno e il desiderio di voluttà, tra dolori sordi e un sinistro desiderio di defenestrarla, compare il Milan.

Pensi alle coppe vinte, ai successi, a Van Basten, a Rivera, a Baresi, a Rosato, a Gullit e persino a Lapadula; ti stai estraniando dalla realtà, con sulla faccia una maschera di uomo interessato alle contumelie della tua dolce metà ma dentro sei a S. Siro, in curva, in quelle giornate di fine primavera quando si decide uno scudetto o una coppa.

Sì, tu sei là, in Curva Sud, con la tua sciarpa puzzolente al collo, che non lavi da mai in pratica, mentre saltelli oppure mentre mandi a fanculo la curva di fronte.

Niente e nessuno ti può fermare.

Formazione dello scudetto della stella, Milan-Bologna 0-0, 6 maggio 1979: Albertosi, Collovati, Maldera, De Vecchi, Bet, Baresi, Novellino, Morini, Antonelli, Rivera IL Capitano, Buriani. Allenatore il 'Barone' Nils Liedholm.

Formazione di Milan-Benfica, finale di Coppa Campioni 1963, 22 maggio: Ghezzi, David, Trebbi, Benitez, Maldini Cesare IL Capitano, Trapattoni, Pivatelli, Sani, Altafini, Rivera, Mora. Allenatore Nereo Rocco.

Formazione di Milan-Steaua Bucarest, finale di Coppa dei Campioni 1989, 24 maggio: Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Franco Baresi IL Capitano, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Ancelotti. Allenatore Arrigo Sacchi da Fusignano.

Ne fai seguire altre tre o quattro e poi ti alzi, sorridi, vai verso di lei e le dici: 'Io ti amo. Oh sapessi quanto ti amo. Ti amerò per tutta la vita. Vita mia, sole mio, unico grande amore eterno, non ti lascerò mai ma se mai dovessero dividerci in futuro, sarà solo fisicamente perché il mio cuore batterà sempre per te'.

E quando lei, stupita e sorpresa, tenterà di dire qualcosa, tu le poserai il tuo dito indice sulle sue labbra e farai: 'Ssh... Non dire niente amore mio', le darai un bacio e andrai a farti una doccia.

E lei, dalla cucina, sentirà solo 'Alé, alé, alé Milan alé, forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai!'.

Donne... Ma che ne sanno della nostra stanza segreta?

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