Progetto? Ma mi faccia il piacere!
Le società serie e blasonate con Raiola non trattano soprattutto perché non si fanno ricattare da nessuno
Quante volte in questi mesi abbiamo sentito parlare di “progetto” da Mino Raiola e del fatto che prima di prendere decisioni per il futuro di Gigio Donnarumma volesse vedere il “progetto dei cinesi”? Tante, tantissime, sicuramente troppe, soprattutto perché risulta chiaro ed evidente che a lui dei progetti delle società in cui piazzare i suoi assistiti non gliene frega una mazza. Per Raiola esistono solo i soldi, ed i suoi giocatori vengono manovrati come delle marionette senza possibilità di metterci il becco.
Chi intende farlo deve cambiare procuratore (vedi Hamsik). E pazienza se voi calciatori alla fine della vostra carriera avrete cambiato 10 squadre di nazioni diverse e non avrete vinto un cazzo, l’importante è che il vostro conto in banca, ma soprattutto il suo, sia bello pingue! I Raiola’s Boy quando si siederanno davanti al focolare coi loro nipotini potranno sempre raccontare di quanto fossero belle le città dove hanno giocato, di quanto belle fossero le macchine che hanno guidato, e di quante belle ragazze si saranno portate a letto, ma quando gli verrà chiesto “sì nonno, ma raccontami di quante Champions League hai vinto”, cominceranno a dare dei colpetti di tosse, farfuglieranno qualcosa e cambieranno discorso. Per Mino Raiola dei progetti delle società non contano nulla, sono solo un alibi per spillare soldi ed eventualmente per giustificare la volontà del proprio assistito di voler cambiare maglia per andare altrove.
Il baraccone di Mino funziona così: ho in mano dei bei giocatori, potenzialmente dei campioni che fanno vedere di essere dei fenomeni, ma poiché il ferro va battuto finchè è caldo, è necessario far fruttare al massimo quel “potenziale”, facendogli firmare dei pluriennali milionari, con clausole rescissorie che prevedono commissioni astronomiche per il procuratore, e poi tra un anno ci si ripresenta alla stessa società o per chiedere un nuovo adeguamento oppure per dirgli che esiste un altro top club che è disposto con proposte di ingaggio a cui non è possibile dire di no.
Trattasi di un vero frullatore, dove un giocatore difficilmente resta nello stesso club per più di due stagioni, e difficilmente potrà essere un pilastro su cui quel club può fare affidamento per costruire un progetto di medio periodo. Non c’è tempo da perdere, bisogna monetizzare, e se tu calciatore non hai avuto il culo di far parte di una società che in quel biennio ha vinto una Champions League pazienza, sono cazzi tuoi, ma intanto i tuoi interessi, cosa per cui sono pagato, sono salvi. Guardate solo la figura che ha fatto col Milan, quando nell’intervista rilasciata dalla cucina di casa sua non ha potuto eccepire nulla al famoso progetto del Milan. Naturalmente lui fa il bello ed il cattivo tempo (per non dire il cazzo che vuole) con le società “raiolizzate”, con le altre società lui non riesce assolutamente a sfondare.
Le società serie con Raiola non trattano, perché non si fanno ricattare da nessuno. Raiola non ha un piede nel Real Madrid, nel Barcellona o nel Bayern Monaco, là bisogna veramente ragionare e trattare da pari a pari, e lui questo non può farlo. Il Real, per esempio, tratta con Jorge Mendes, perché Mendes è uno che cura gli interessi dei propri assistiti e bada molto a quelli che sono i progetti tecnici dei club in cui li manda a giocare. Così quando si è presentato davanti a Fassone e Mirabelli non ha potuto non constatare della bontà di quello che il nuovo Milan sta facendo e non ci ha messo nulla a piazzarci uno dei suoi giovani talenti migliori (Andre Silva).
Così come tutti i suoi big hanno la certezza di ottenere contratti plurimilionari e di poter giocare in club dove la parola soldi fa rima con vittoria. Volete solo un dato? Sapete quante Champios League hanno vinto gli assititi di Mendes? 20 Champions con 10 giocatori diversi. Più 4 Palloni d’Oro ed una marea di Europa League che non stiamo neanche a contare.
E nel conteggio non è incluso Mourinho, che qualcosa da allenatore ha vinto. Al contrario, sapete quante Champions League hanno vinto gli assistiti di Raiola? Due, di cui una con Balotelli nell’Inter del Triplete, ed ho detto tutto! L’altro è Maxwell. Un solo pallone d’oro che si perde nella notte dei tempi con Pavel Nedved ritiratosi da una vita. Ecco cosa significa curare gli interessi dei propri calciatori a 360 gradi, ed ecco chi sedendosi ad un tavolo a giusta ragione si fa raccontare i progetti di una società (Mendes) e chi invece si siede ad un tavolo solo per dire “o mi date tanto o lui va giocare altrove”.
E’ la stessa differenza che c’è tra la notte ed il giorno. E per ora tralasciamo volutamente il discorso della classe di come i due si presentano, perché quello col calcio giocato conta poco.