Li

 

Bombe ad orologeria

 

Si torna a parlare di questioni societarie, e di pericoli per il Milan puntualmente durante le soste.

 

Arriva la pausa per le Nazionali, e puntualmente si torna a parlare di Milan; non ovviamente per il bel cammino della squadra di Gattuso, intrapreso ormai da tre mesi a questa parte, ma chiaramente per le questioni societarie. Insomma, bastava vedere la prima pagina della Gazzetta dello Sport di ieri mattina per capire di cosa sto parlando.

Si sa: i titoloni sensazionalistici e catastrofisti attirano sempre di più, ed ovviamente per i giornali è sempre bene puntare il dito contro qualcosa o qualcuno, per accentuare lo scandalo, anche se lo stesso non esiste. Infatti, da una parte, diversi giornali come il Corriere della Sera, nella persona di Milena Gabanelli, La Stampa, il Fatto, la Repubblica hanno riportato la notizia del fallimento della società più importante della Holding facente capo a Yonghong Li, mettendo in dubbio la credibilità dell'imprenditore cinese. Ora, rispetto a questa notizia, mi sento di fare due riflessioni fondamentali:

1. Che Yonghong Li non sia solo, e sia un "front-man" rispetto alla reale entità dei soggetti che sono all'interno del Milan in questo momento, lo hanno capito anche i muri di cemento armato. E questo è un punto fondamentale da tenere presente prima di fare ogni tipo di valutazione, perchè molti dimenticano la presenza di due uomini come Lu Bo e Marco Scaroni all'interno del CDA , che sono lì proprio a garantire la reale corposità di chi c'è dietro Mr. Li, e che per il momento non vuole scoprire le proprie carte.

2.Così come, anche all'interno dei mezzi di comunicazione societari, ed in particolare attraverso la voce di Mario Suma, si è saputo che la società appena fallita, la Jie Ande, era diventato ormai da diverso tempo a questa parte un vecchio asset di Mr. Li dove lui nemmeno risultava più presidente, e dove comunque lo stesso Li era riuscito a rimpiazzare questa società, presentando nuove garanzie. Ergo, anche gli aumenti di capitale e le scadenze concordate rispettate, sono lì a dimostrarlo. Così come, e' lì a dimostrare una certa sicurezza degli asset, il ruolo di Elliot all'interno di questa vicenda; un ruolo atto a garantire, nonchè tutelare il proprio investimento plurimilionario nei confronti di Yonghong Lì. E' davvero difficile pensare che un Fondo di investimento così importante, abbia dato tutti quei soldi ad un mezzo sconosciuto, senza avere un minimo di garanzie in cambio. Siamo seri.

E così, ci continuiamo a specchiare nel voler per forza trovare il mostro all'interno di una storia che vede protagonista il Milan, ma che avrebbe potuto veder protagonista anche un'altro Club di prima fascia come poteva essere uno Unted qualsiasi; Club acquistati da Fondi di Investimento, dove non si sa bene chi ci sia dietro, ma che hanno dei "front-man" (proprio come Li), che si occupano di rappresentare lo stesso Fondo all'interno e all'esterno del Club. E' un concetto che non è difficile da capire, ma del quale probabilmente certa stampa proprio non vuole sentirne a parlare. Poi eh, e qui mi fermo, sarà pure un caso che quei giornali che ho citato prima, proprio brinderebbero con champagne e caviale, pur di vedere le creature (che furono, che sono e che saranno) del loro principale avversario umano per eccellenza, finire in disgrazia. Per adesso, e speriamo in eterno, questi signori dovranno aspettare. Il Milan è vivo e vegeto, e non aspettiamo altro che i ragazzi tornino in campo.

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