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"Io ho rinnovato anche con le stampelle..."

 

Parla un grande ex, Paolo Maldini: "Gattuso mi ricorda Capello, apre gli occhi ai ragazzi"

«Chiedilo al capitano». Soprattutto se dall'altra parte del social c'è uno come Paolo Maldini, testimonial presentato ieri da William Hill per la fine del campionato e i mondiali di Russia.
Basta domandare e lui risponde in video con piccoli aneddoti: «Ma non darò consigli per le scommesse: ogni volta che ho fatto pronostici con amici non ci ho mai azzeccato...». Paolo fa 50 anni quest'anno, in realtà sembra ancora un calciatore.

Consigli per Buffon?
«Nessuno. Uno se la deve sentire, di smettere o di andare avanti».

Ma tu hai rimpianti?
«Per carità: io non ce la facevo più. Dopo i 37 anni ogni anno aspettavo maggio e mi presentavo in sede per prolungare di un anno. L'ultimo contratto l'ho firmato in stampelle...»

Paolo Maldini ora è fuori dal calcio.
«Capita: amo questo ambiente, ma non ci devo lavorare per forza. Il no al Milan è stato motivato. Se la federazione ha bisogno di me io sono qui. Ci vuole pazienza: Malagò però ha già fatto tanto in pochi giorni».

Perché siamo finiti così?
«Al fischio finale di Italia-Svezia, io e i miei figli ci siamo guardati attoniti: e adesso? Non è solo colpa di Ventura, mi sembra che il calcio non fosse più al centro del progetto».

Se Maldini scegliesse il ct?
«Ho letto bei nomi, ma sono tutti sotto contratto. Perché non Di Biagio?»

In tema di pronostici: scudetto?
«La Juve è di un'altra categoria, ma ha la Champions. Il Napoli ce la può fare: sarà lotta fino all'ultimo»

Torniamo al Millan...
«Detto dai miei tempi che è cambiato tutto, alla Champions ci deve credere, anche se la vedo dura. E quando rincorri tanto, basta un ko come quello con l'Arsenal per far saltare le certezze».

Gattuso allenatore?
«È stato un grande calciatore e ora è bravissimo in panchina. Ha fatto esperienza anche all'estero: non è solo grinta, ma capacità. Io lo confermerei».

Finiamo con un aneddoto.
«Mio figlio Daniel ha avuto Rino alla Primavera ed era entusiasta. Ecco, mi è sembrato come quando io ebbi Capello: uno che ti apre gli occhi su cosa vuol dire essere calciatore»

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