Sfortuna e limiti
Gli episodi non sorridono al Milan ma il problema dell'attacco che segna poco va affrontato
Per 70 minuti il Milan ha giocato alla pari con l'Arsenal. E' questo il dato tecnico più importante che viene fuori dalla partita di Londra, in cui il Milan non è andato a firmare la presenza ma ha pensato di giocarsela ed ha creduto nell'idea di potersi qualificare. Per 70 minuti il Milan ha giocato alla pari con l'Arsenal. E' questo il dato tecnico più importante che viene fuori dalla partita di Londra, in cui il Milan non è andato a firmare la presenza ma ha pensato di giocarsela ed ha creduto nell'idea di potersi qualificare.
Gattuso ha schierato un 4-4-2 molto offensivo con l'unico limite di essere poco collegato fra i reparti. Wenger dal canto suo ha risposto con un 4-2-3-1 molto simile alla strutturazione della gara di andata. C'era da parte dell'Arsenal qualche accorgimento in più ma, in sostanza, l'impianto di gioco era comunque lo stesso. Con un sistema di gioco più offensivo la maggiore difficoltà per il Milan è stata nella fase di non possesso. Gattuso ha disposto due linee da quattro a protezione della porta, ma con un uomo in meno in mezzo al campo è stato più complicato andare a prendere i due mediani avversari in fase di possesso Arsenal. Tante volte, sia Kessiè e sia Montolivo non uscivano coi tempi giusti e questo allungava la squadra.La conseguenza che ne è nata è stato un Milan che ha difeso decisamente troppo basso. La squadra tuttora, fa fatica a sentire come proprio il 4-4-2. La forzatura di Gattuso è stata inevitabile visti i due gol da recuperare ma il 4-3-3 continua ad essere la coperta di Linus di questa squadra anche se dalla sua inevitabile evoluzione passa tanto dei destini futuri del Milan.
E' indubbio come la componente della sfortuna sia stata determinante nella sconfitta di ieri sera. Nei due momenti migliori del Milan ci sono stati due errori grossolani. Uno dell'arbitro ed un altro di Donnarumma. Peccato, sicuramente un peccato. Tuttavia la doppia sfida contro l'Arsenal lascia in eredità un dato su cui riflettere. Il Milan infatti tanto ha creato in 180 minuti. Ne è venuto fuori un solo gol, non su azione manovrata, figlio di una giocata balistica estemporanea di Calhanoglu. Il resto delle occasioni sono state sprecate dagli attaccanti e dagli uomini offensivi rossoneri. Ad oggi, il Milan ha il settimo attacco del campionato di Serie A con 38 gol. La Lazio, quarta, ne ha segnati 66, ossia quasi il doppio. Siamo davvero sicuri che questo reparto offensivo sia competitivo per il Milan del futuro? Io qualche dubbio lo tengo e credo che in estate sarà inevitabile affrontare questa realtà.