good morning

 

Accadde oggi, 19 giugno 

 

L'ultima di Duino Gorin, famoso per il pugno di Longobucco, al quale seguirono minacce di morte

 

Buon compleanno a Guido Carito (1896), Giorgio Vitali (1940), Claudio Terzi (1984) e José Sosa (1985), nati in questo 19 giugno.
Nel 1947 però ci lasciò Giorgio Cidri, 2 reti ed otto presenze in maglia rossonera: erano gli anni '20, precisamente, dal 1924 al 1926.


Ben 6 gli addii accaduti in questa data: Arpad Hajos nel 1927, dopo Torino-Milan 3-0 per la Divisione Nazionale 1926/27; Giancarlo Bacci, Vincenzo Occhetta, Sergio Bettini e Benedetto De Angelis dopo Tolosa-Milan 0-2 per il primo turno di ritorno della Coppa dell'Amicizia 1959/60; Duino Gorin (II) invece lasciò il Milan dopo un Napoli-Milan di Coppa Italia (1976/77) terminato 1-2. Su Duino Gorin ci torneremo dopo.
Una sola sconfitta in 7 match per i rossoneri il 19 giugno; e fu la prima giocata in tale data, quella di Torino contro i granata per il Campionato di Divisione Nazionale, partita terminata 3-0 per il Toro. Nel 1954/55, per la 34^ giornata di Serie A, il Milan giocò a Busto Arsizio contro la Pro Patria e la gara si concluse sull'1-1. Dopo queste, ci furono solo vittorie: la prima contro il Tolosa per la Coppa dell'Amicizia 1959/60 (0-2), Milan-Bologna 2-1 per il girone finale di Coppa Italia 1967/68, Bologna-Milan 1-4 per il girone semifinale di Coppa Italia 1974/75, Napoli-Milan 1-2 per il girone semifinale di Coppa Italia edizione 1976/77 e Juventus-Milan 0-1 per i quarti di ritorno della Coppa Italia 1984/85.


Ma, come promesso, torniamo un attimo a Duino Gorin: arrivò in rossonero nel 1974 e ci restò sino al 1977; un'ala come tante, onesto lavoratore, brava persona, una carriera spesa in provincia tranne proprio per le tre stagioni al Milan. Era conosciuto come 'Il muto di Milanello', che stava proprio ad indicare un carattere schivo, poco incline alle interviste ed alle dichiarazioni. Duino Gorin però divenne famoso per un fatto che ha del clamoroso e che ci ricorda chi sia la Juve ed il valore etico dei suoi giocatori. Ma procediamo con ordine: è il 9 febbraio 1975 e a S. Siro si gioca Milan-Juventus. La partita, come succede spesso, fu decisa sul campo dall'arbitro (Barbaresco di Cormons) e fuori dal Giudice Sportivo. Accadde che un petardo lanciato dal settore dei 'Commandos Tigre' stordì Pietro Anastasi e lo costrinse ad uscire in barella; il petardo fu lanciato per protesta contro un rigore inesistente (ma dai?) fischiato a Sabadini per un (non) fallo su Damiani, presunto fallo poi avvenuto fuori area! Ma non fu tutto: il Milan conduceva 1-0 e siglò anche il 2-0 con Chiarugi ma l'ineffabile arbitro Barbaresco annullò con molto ritardo quel gol per un presunto, molto presunto, fallo di Benetti. La partita proseguiva assai nervosa e Gorin dovette subire i reiterati e duri falli di Longobucco, tanto che persino l'arbitro si trovò obbligato (ahilui...) ad ammonire il calabrese. A 3' dalla fine, si dice per reazione ma nessuno notò invero la scorrettezza di Gorin, Longobucco sferrò un pugno in pieno viso a Duino e lo stese per terra in una maschera di sangue. Furono 12 i punti di sutura applicati al nostro valido Gorin. Finì così? No. Ma la verità la si seppe solo nel 2013, quando, in una intervista, l'ex rossonero dichiarò che ricevette una telefonata di intimidazione e di minacce di morte se solo avesse adito alle vie legali contro Longobucco. Faccio notare che su Wikipedia, Longobucco nemmeno viene nominato ma definito 'un calciatore della Juventus' oppure 'il giocatore'... La partita finì sul campo con il risultato di 1-2 per i bianconeri, trasformato poi dal Giudice in 0-2. 

 

 

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