Ramsey

 

È davvero finita?

 

Attenzione e coraggio, la tattica giusta per riaprire una qualificazione che sembra compromessa

 

 

Alla luce del risultato di San Siro di giovedì sera, dobbiamo considerare al capolinea l’avventura del Milan in Europa League? Certo, nel calcio tutto è possibile, e se ne sono viste di imprese anche più ardue di quella che dovremmo compiere noi all’Emirates. Tuttavia, al di là del risultato, le prime considerazioni devono riguardare ciò che si è visto sul campo. Il verdetto è stato inequivocabile, con un Arsenal che si è dimostrato superiore al Milan sotto tutti i punti di vista. La sensazione è stata quella che di fronte ci fosse una squadra che sapeva perfettamente quello che c’era da fare, una squadra sembrata perfettamente a suo agio nel clima della grande sfida europea che di fronte aveva, invece, un avversario quasi impaurito e molto impreciso (nel primo tempo). La squadra di Wenger è stata abilissima a sfruttare tali errori, aggiungendoci la qualità dei singoli (soprattutto in attacco), fluidità di manovra, capacità di arrivare nell’area rossonera con pochi tocchi ed, infine, una buona fisicità. L’Arsenal ha fatto veder il meglio di sè nel primo tempo, frazione in cui ha messo al sicuro il risultato, limitandosi poi nella ripresa a gestire senza grossi affanni il risultato. Al cospetto il Milan è sembrato non pronto ad affrontare una gara di questo livello, anche se di fronte aveva un Arsenal che non sta certo attraversando un momento favorevole di forma. L’esperienza, l’abitudine a certi palcoscenici ed una ormai annosa superiorità del calcio inglese rispetto alla media del nostro campionato (Juventus esclusa) sono stati sufficienti ad indirizzare la qualificazione dalla parte dei londinesi.

Ma questo Milan può pensare di giocarsela ancora questa qualificazione? È molto, molto dura pensarlo, anche perché, tra le altre cose, non abbiamo una grande tradizione nelle nostre trasferte in terra d’Inghilterra. Sono convinto che il Milan tecnicamente non sia poi così inferiore all’Arsenal, ma è tutto il contorno a far pendere il pronostico decisamente dalla parte degli Inglesi. Servirebbe un percorso di crescita accelerato, e forse una settimana non è sufficiente. Tuttavia a qualcosa dobbiamo aggrapparci. Cominciamo col dire che in questa stagione l’Arsenal ha una certa attitudine alla sconfitta, considerando che ha perso 14 partite sulle 45 disputate (in pratica una ogni 3 giocate), e questo non è propriamente un bel segnale. A questo si aggiunga che Wenger ha i giocatori contati in attacco, potendo fare affidamento sul solo Welbeck. La difesa non è certo il punto di forza degli inglesi, e questa è una crepa che dovremo essere bravi a sfruttare, cosa che non ci è praticamente riuscita nella gara di andata. Serve la partita perfetta al Milan, fatta della grande solidità difensiva dimostrata nella doppia trasferta romana contro Roma e Lazio, e la capacità di sfruttare al meglio le occasioni che ci verranno concesse.

Di certo abbiamo bisogno che i nostri uomini più talentosi in attacco, Suso e Calhanoglu, alzino notevolmente il livello delle proprie prestazioni, sicuramente insufficienti nella gara dell’altra sera. Vedere sul campo che l’impresa è possibile potrebbe poi ingenerare un entusiasmo che potrà rivelarsi decisivo, ma qui sarebbe importante essere sospinti da una leggerezza che è tipica dei giovani. Ecco, unire all’attenzione il coraggio potrebbe essere l’arma migliore e decisiva per mettere in difficoltà l’Arsenal e riaprire un discorso che apparentemente sembrerebbe già chiuso.

 

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