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L'avversario

 

Arsenal senza cambi in attacco in Europa 

 

 

Ci siamo, finalmente stasera San Siro potrà tornare a vivere dopo anni una notte europea degna della storia del club rossonero. Circa settantamila spettatori proveranno a spingere il Milan verso il successo in una sfida molto molto difficile ma mai come in questo momento tutt'altro che proibitiva. L'Arsenal agli albori della competizione era data tra le squadre favorite, in attesa di qualche "big" che sarebbe poi scesa dalla Champions. La stagione però sta dicendo tutt'altro, con la squadra di Wenger che galleggia in Premier ai limiti della zona Europa League, ad oltre 30 punti dalla capolista Manchester City e a tredici punti dal quarto posto che vale l'accesso ai gironi della prossima Champions League. Stagione nata sotto tutt'altre aspettative ma che analogamente proprio a quella del Milan per ora è stata particolarmente deludente. Il momento, specie l'ultimo mese, è particolarmente nero. L'unica vittoria infatti è quella ottenuta all'andata in casa dell'Ostersund nei sedicesimi di Europa League, ma per il resto i Gunners hanno conosciuto solo sconfitte: pesanti le due con il Manchester City, entrambe per 3-0 di cui una nella finale di Carabao Cup (alias Coppa di Lega Inglese), passando per, anche se ininfluente, il 2-1 subito all'Emirates nel ritorno dei sedicesimi e le debacle a Wembley nel derby contro il Tottenham e a Brighton domenica scorsa.

Questo però è proprio uno dei motivi per cui non fidarsi. L'Europa League rimane l'unico obiettivo per dare senso alla stagione e calcolando l'innegabile esperienza della rosa a giocare in Europa rispetto a quella del Milan, Wenger e i suoi rimangono comunque i favoriti sulla carta. Il Milan dovrà essere bravo a sfruttare gli spazi e le insicurezze che spesso i londinesi lasciano e fare l'ennesima prova difensiva di spessore in linea con quelle mese in atto contro Sampdoria, Roma e Lazio per cercare di approfittare del vero punto debole dell'Arsenal che è l'attacco. Numericamente sono nettamente in difficoltà dopo quanto successo nel mercato di gennaio, dopo le cessioni di Sanchez, Walcott e Giroud, a fronte dell'acquisto del tanto da noi inseguito ex Pierre Emerik Aubameyang che però avendo già giocato col Borussia Dortmund in competizioni UEFA non può essere utilizzato in Europa League. Se ci aggiungiamo anche l'infortunio di Alexandre Lacazette, ecco che l'unico attaccante di ruolo disponibile per Arsene Wenger rimane Danny Welbeck, con Wilshere e Ozil da adattare nel ruolo di seconda punta o comunque unici due possibili supporti all'anglo-ghanese.

Questo limite impone un cambio di modulo all'allenatore transalpino che è costretto ad abbandonare il suo classico 4-2-3-1 super offensivo con un 4-4-1-1 mascherato, come detto con una sola punta, ma con l'atteggiamento che rimane pressochè invariato. Qualche giocatore costretto ad adattarsi a pisizioni non proprio adatte alle proprie caratteristiche, come succede per Mkhitaryan e Ibowi che sono esterni d'attacco e che invece arretrano a giocare come laterali di centrocampo.
Altra assenza importante in difesa è quella dI Bellerin, terzino destro spagnolo fermato da un problema al ginocchio subito durante la partita contro il Brighton, oltre a quella ormai lunghissima di Santi Cazorla fermo da tempo per i problemi al tendne del piede destro.

I precedenti nei doppi confronti contro l'Arsenal ci vedono in vantaggio. Incrociata per tre volte sul nostro cammino, quella più piacevole è sicuramente la sfida in Supercoppa Europea nel 1994 che vide il Milan imporsi a San Siro per 2-0 dopo lo 0-0 di Highbury. Triste quella giocata esattamente dieci anni fa in un ottavo di finale di Champions League dove gli inglesi sbancarono San Siro e passarono il turno sempre dopo uno 0-0 all'andata. Dolce ma non troppo quello del 2012: 4-0 senza storia a San Siro sempre in un ottavo di Champions ma con l'incredibile 3-0 di Londra che sì qualificò il Milan di Allegri campione d'italia in carica ma fece passare una brutta serata piena di fantasmi e che viene ricordata per la lite con Zlatan Ibrahimovic nell'intervallo che andò su tutte le furie quando Max fece i complimenti alla squadra nonnostante un passivo penoso e la qualificazione appesa ad un filo.

 

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