Fratelli Donnarumma

 

Sig. Donnarumma ma suo fratello che voce ha?

 

Essere amati è stato un privilegio, ma richiedeva anche dei doveri da uomo a cui Gigio è venuto meno. Anzi ci ha giocato.

 

Gentile signor Antonio Donnarumma, chi le scrive è un tifoso del Milan e queste poche righe non hanno alcun intento moralistico o polemico, semplicemente chiarificatorio. A me personalmente, che suo fratello rinnovi o non rinnovi il suo contratto con il Milan importa davvero poco. Gigio Donnarumma è un portiere forte, ancora in costruzione sul piano tecnico e sul piano fisico e, fossi stato in Fassone, non avrei mai offerto certe cifre di ingaggio perchè, a mio avviso, ancora non le merita.

Ci sono alcune cose che Lei dice, assolutamente condivisibili. Chi ha offeso la persona Donnarumma e la famiglia Donnarumma ha sbagliato e va condannato. Non si fa. Suo fratello ha pieno diritto di non rinnovare il contratto col Milan, di andare a giocare nel Real Madrid, nel Barcellona o in qualsiasi altro club ritenga adatto alle proprie ambizioni personali. Non ha diritto invece di prendere per il culo un'intera tifoseria che, nell'ultimo anno, lo aveva eletto a vero e proprio simbolo. Onori ed oneri. Vuoi lasciare il Milan? Benissimo, dillo chiaramente e, dopo esserti immerso nell'affetto e nell'amore dei tifosi, spiega con sincerità le tue ambizioni. Essere amati è stato un privilegio, ma richiedeva anche dei doveri da uomo a cui Gigio è venuto meno. Anzi ci ha giocato. Perchè nessuno ha puntato la pistola alla tempia di Gigio per baciare la maglia e proporsi come bandiera e capitano del Milan. Almeno, così ci risulta. Così come ci risulta che gli sia stato offerto un ingaggio di oltre 5 milioni di euro.

Non basta questo? Benissimo. Tuttavia, io ho fatto una piccola scoperta. Suo fratello è quasi diplomato, sa leggere, sa scrivere e sa articolare frasi di senso compiuto. Non prende nessuna pensione d'invalidità e, ad oggi, non è ancora in lista per avere l'indennità di accompagnamento. Può pertanto avere la cortesia di far sentire che voce ha e di dire "vado via dal Milan per il seguente motivo..." senza dover ricorrere all'ausilio di un microfono di Nocera Inferiore o di un pannolino di marca Raiola. Può farlo, anzi avrebbe dovuto farlo. Così come, a mio avviso, un uomo vero avrebbe firmato quel contratto in bianco per riconoscenza verso il club e l'ambiente che l'ha lanciato. Perchè se oggi è Donnarumma ed ha il Real dietro lo deve a 50 partite giocate in Serie A con la maglia del Milan, non con la maglia del Brescia o dell'Atalanta, con tutti il rispetto per queste due gloriose squadre. Poi, magari un anno dopo, magari due, avrebbe potuto spiccare il volo verso i lidi che più gradiva, realizzandosi e permettendo al suo club di guadagnare il massimo dalla sua cessione. Nessuno gliene avrebbe fatto una colpa.

A me, personalmente, la vicenda non scalfisce. Però capisco anche che ho 35 anni e non ne ho più 16 o 20. A quell'età, se mi avessero detto che Maldini o Baresi andavano via dal Milan per chissà quale motivo, l'avrei vissuto come uno squarcio nel petto. E forse li avrei maledetti anch'io come hanno fatto oggi, sbagliando, tanti ragazzini. Ma io ho avuto la fortuna di vivere la mia infanzia col sottofondo di un calcio diverso e di uomini diversi. Sinceramente mi spiace quindi esclusivamente per i tanti bimbi e i tanti ragazzini che, di Gigio, avevano fatto un idolo, un'icona. Li capisco e li abbraccio forte idealmente. Per il resto, il Milan va avanti, così come la vita. In bocca al lupo anche a Gigio, ne avrà bisogno perchè due grandi mani ed un fisico baciato da madre natura non sono una polizza assicurativa sulla persona che, sarà anche meravigliosa come lei dice, ma non ha ancora imparato a prendersi le sue responsabilità da solo, permettendosi di passare sopra la storia di un club come il Milan che gli ha dato tutto. Questa è stata la più grande delusione. Lo credevamo uomo ed invece era come quelli che lo idolatravano: un bambino.

 

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