Maurizio Sarri: bel gioco e lamenti
Un allenatore sopra le righe, adatto a Napoli ma inadatto a Milano
Maurizio Sarri è l'esempio perfetto di come la bravura non basti ad alti livelli se non è sostenuta da un buon livello di conoscenze che ti permettono di orientarti nel mondo in cui vivi. Il suo Napoli gioca da due anni il miglior calcio della Serie A; il dato appare difficilmente discutibile e qualsiasi attento osservatore non potrà che constatare come la squadra partenopea stia rendendo onore al gioco del calcio mettendo in mostra una melodia meravigliosa di passaggi e giocate d'autore. Il Napoli è quindi un'orchestra che funziona perfettamente. Tuttavia, Sarri è riuscito a dare un gioco corale talmente bello quanto limitante. Infatti, non appena manca un singolo interprete, inizia ad incepparsi. La formazione titolare del Napoli, oggi 2 marzo 2018, è la stessa del settembre 2015, con Mertens (che c'era già), entrato al posto di Higuain. Dei giocatori acquistati da De Laurentiis nelle varie sessioni di mercato il solo Zielinsky è riuscito ad affermarsi come alternativa concreta ai titolari. Il resto quasi non conta. Se dovesse vincere questo scudetto sarà una vera impresa perchè il numero di giocatori utilizzati realmente è davvero limitato e forse per queste ragioni sono stati snobbati impegni come la Coppa Italia e le coppe europee. Qualcuno lo ha definito provincialismo. Io credo personalmente che il provincialismo di Sarri si evinca dal suo modo di esprimersi.
I comportamenti ne sono solo una conseguenza. Puoi essere magistrale come allenatore sul campo, e lui lo è, ma sbagliare tempi e modi nelle dichiarazioni pubbliche dove quasi sempre l'allenatore del Napoli dà prova della propria limitatezza. C'è sempre qualcosa per cui lamentarsi, c'è sempre qualche cattivone con cui prendersela, c'è sempre qualcuno che fa domande "del cazzo". In un contesto come Napoli, dove abitualmente gli consentono di non fare la conferenza stampa del prepartita, Sarri regge; in altri contesti più metropolitani però, dove sei sotto i raggi x e la lente d'ingrandimento di tante testate, difficilmente Sarri durerebbe una intera stagione. Quel carattere introverso, scontroso, burbero, lo penalizza enormemente. Rappresenta una memorabile contraddizione. In campo si propone di esprimere un gioco leale e divertente. Fuori dal campo invece elegge scontrosità e cattive maniere a regola ed usa i lamenti come pezze giustificative per la sua squadra. La sua dimensione è giustamente partenopea. A Milano, ad esempio, farebbe fatica ad allenare e diventerebbe la macchietta preferita di Striscia la Notizia.